Dazi UE contro USA: FC 26, COD 7 e gli altri videogiochi costeranno di più?

Cosa succederà con i dazi? Rischiamo davvero di dover pagare molto di più tutti i nuovi videogiochi in uscita? Ecco cosa c’è nei documenti.

Il prossimo primo di agosto dovrebbero scattare, a meno di altre proroghe, nuovi dazi che riguarderanno tante merci e tanti prodotti tra quelli che fanno avanti e indietro tra l’Europa e gli Stati Uniti e tra gli Stati Uniti e il resto del mondo.

FC 26 trump e COD
Dazi UE contro USA: FC 26, COD 7 e gli altri videogiochi costeranno di più? – Videogiochi.com

Non ci sono per ora liste ufficiali in cui sono inseriti i videogiochi, ma è chiaro che, dato il modo in cui l’economia è collegata a livello globale, anche solo una singola scelta di un singolo paese può nei fatti trasformarsi in un aumento per tutti. Cerchiamo allora di capire cosa può succedere proprio ai videogiochi e alle console se tutti i dazi immaginati dalla nuova amministrazione americana dovessero entrare in vigore.

Anche i videogiochi rischiano di aumentare con i dazi?

Mentre gli esperti di diplomazia commerciale cercano di disinnescare in tutti i modi gli aumenti che i dazi voluti da Donald Trump e quelli di ritorsione che si prospettano dall’UE porteranno necessariamente, e non solo all’estero ma anche all’interno degli Stati Uniti (nonostante quello che molti sostenitori del presidente pensano), occorre cominciare a pensare a tutto quello che potrebbe andare storto.

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Anche i videogiochi rischiano di aumentare con i dazi? – videogiochi.com

Perché in caso di mancati accordi, o se gli accordi dovessero comunque prevedere delle tariffe aggiuntive, ci troveremo con aumenti dei prezzi per tutta una serie di prodotti e di servizi. Basti pensare a quello che Sony ha già fatto annunciando aumenti anche per ciò che viene venduto in Europa. Perché è chiaro che nessuna società ha intenzione di ammortizzare i dazi, che si trasformano in costi, e a pagare saranno anche in questo caso gli utenti finali.

Non c’è per ora una tariffa specifica che riguardi i videogiochi, ma dato che si tratta di prodotti che fanno largo affidamento sulla tecnologia e l’elettronica, nel momento in cui si avranno dazi aggiuntivi sulle componenti elettroniche, è probabile che anche il prezzo finale del software aumenterà.

E anche se non dovessero esserci aumenti diretti alle componenti elettroniche, è chiaro che costi legati alla produzione in aumento avranno comunque lo stesso effetto.

Se mantenere studi di sviluppo, publisher e centri di produzione dovesse arrivare a costare di più, anche in questo caso il costo dell’aumento finirebbe nelle targhette dei prezzi di quello che troviamo nei negozi e negli store.

Lo stesso discorso vale anche per i servizi in abbonamento come Game Pass. Il Game Pass non vive infatti nel vuoto, ma si tratta del risultato di una gigantesca infrastruttura, che è composta da moltissimi elementi fisici. Elementi fisici che di nuovo sono elettronici.

Anche in questo caso, quindi, se dovessero aumentare i costi dei componenti di tutta l’infrastruttura, Microsoft probabilmente non ci penserebbe due volte ad aumentare ancora il prezzo mensile. Del resto, come accennavamo prima per Sony, anche la dirigenza Xbox ha ritoccato al rialzo tutti i prezzi non solo delle console ma anche di tutti gli accessori.

Per Microsoft si tratta di una strategia legata al fatto di voler trasformare tutti gli schermi in potenziali Xbox con l’acquisto non più di una console ma anche soltanto di un controller. Se questo deve essere fruttuoso economicamente, è chiaro che i prezzi devono salire.

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