Un argomento di cui occorrerà parlare prima o poi sono le IA e i bambini e i genitori che non riescono più a fare i genitori. Non finirà bene.
Tutti gli esperti di comportamento dei bambini e tutti quelli che si occupano dell’infanzia ripetono da tempo che dovremmo smettere di dare ai più piccoli in mano oggetti tecnologici complessi come gli smartphone.

Ci dicono poi che dovremmo comunque essere accanto a loro, soprattutto quando muovono i primi passi nella tecnologia, e insegnargli che alcune cose non sono reali e che non vanno prese sul serio.
E invece pare che, oltre ad avere in mano oggetti tecnologici che non dovrebbero possedere, i bambini ora instaurino rapporti interpersonali con le intelligenze artificiali, parlando con loro come invece dovrebbero fare con i propri genitori. E il pericolo è evidente.
Genitori, figli e intelligenza artificiale: la mistura esplosiva è pronta
Fare il genitore di certo non è un’impresa facile, ma vale la pena ricordare che nessuno è realmente obbligato a mettere al mondo altre persone. Anche perché nel momento in cui si decide di avere dei figli, occorrerebbe occuparsene perché diventino poi degli adulti responsabili e membri sani della società.

Qualcosa che spesso si dimentica. Per provare a trovare soluzioni facili purtroppo sono tanti quelli che ricorrono ai regali, e in particolare quelli che ricorrono ai regali tecnologicamente avanzati che occupano il tempo e la mente delle giovani generazioni senza un controllo e senza che ci siano state delle spiegazioni a monte.
Motivo per cui adesso desta ancora più preoccupazione del passato l’utilizzo delle nuove tecnologie dalle quali è possibile raggiungere anche l’intelligenza artificiale. Lo studio condotto da un’organizzazione no-profit riguardo i rapporti che i più piccoli instaurano con i cosiddetti AI companion è in ciò illuminante.
I ragazzi e le ragazze, i bambini e le bambine non sono infatti in grado di distinguere il vero dal verosimile e sono più facili da convincere e da manipolare.
Le intelligenze artificiali che gestiscono quindi anche quelli che all’apparenza sono i più innocui pupazzi virtuali del mondo rischiano di prendere il posto dei genitori reali e, dato che non si tratta di esseri che ragionano realmente, di dare poi consigli che diventano pericolosi.
In più non si comportano come gli esseri umani e tendono sempre a evitare il conflitto perché programmati per generare engagement, mentre invece un conflitto potrebbe portare alla chiusura del software. Per fortuna lo smartphone fa anche qualcosa di buono.
Esposti quindi a queste mollicce parodie di rapporti interpersonali, i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze rischiano poi di non essere pronti a vivere il mondo al di fuori dello schermo con tutte le conseguenze del caso.
Qual è quindi la soluzione? La soluzione è quella più drastica ma più efficace: parlare con i più piccoli di quello che fanno e cercare di spiegare loro cosa succede nel momento in cui utilizzano gli strumenti digitali, se si decide che possono utilizzarli. Stranamente, anche se non sono adulti, i più piccoli sono in grado di comprenderci se comunichiamo con loro.





