Se non facciamo qualcosa giochi come The Last of Us 2 rischiano di sparire

Ridateci il momento storico in cui la gente ignorava i videogiochi o al massimo li guardava storto. Stavolta rischiamo davvero di non avere più nulla.

Avete per caso seguito la diatriba per cui da una parte ci sarebbero i gestori dei sistemi di pagamento digitale che avrebbero chiesto a piattaforme come Steam e itch.io di togliere alcuni contenuti, e dall’altra le stesse società di pagamento che dicono che invece non hanno fatto nessuna pressione?

elli con un centro disegnato sulla fronte
Se non facciamo qualcosa giochi come The Last of Us 2 rischiano di sparire – videogiochi.com

Purtroppo sembra che siamo ufficialmente entrati in un periodo in cui si torna a parlare dei videogiochi, ma in un’ottica sbagliata. In un’ottica secondo cui si tratti di prodotti del demonio che vanno in qualche modo tenuti a bada, con i bambini (e a noi ogni volta che si parla di bambini viene in mente la scena dei Simpson) che vanno tenuti al sicuro visto che, a quanto pare, i loro genitori non sono in grado di comprendere quali sono i giochi adatti alle diverse fasce d’età.

Ma se non ci muoviamo tutti, rischiamo di perdere il prossimo The Last of Us, come pure rischiamo forse neanche di poter vedere il prossimo GTA. Questo è il motivo.

E se non avessimo avuto The Last of Us? Il futuro che non vogliamo

Quando, qualche anno fa, si parlava di videogiochi lo si faceva perché le sparatorie che accadevano tassativamente nei licei americani sembravano essere foraggiate dai comportamenti online dei ragazzi e delle ragazze. Ragazzi e ragazze che scambiavano la realtà per la finzione, imbracciavano armi semiautomatiche e facevano una strage di compagni e professori.

scena di gta
E se non avessimo avuto The Last of Us? Il futuro che non vogliamo – videogiochi.com

E la colpa era sempre di videogiochi violenti come Call of Duty e Battlefield. La discussione in quel caso poi tendeva a far notare ai detrattori dei videogiochi che film, serie TV, libri, fumetti, tutta la cultura ha in sé alcune espressioni che vanno a stuzzicare forse anche il lato violento dell’essere umano, ma nessuno ha mai messo al bando Apocalypse Now oppure Criminal Minds.

I videogiochi invece sono sempre sembrati un bersaglio facile, perché si ha l’impressione che siano una cosa che va bene solo per i bambini. E questo preconcetto rischia di trasformarsi in un’ecatombe.

La dimostrazione viene da quello che sta accadendo molto più di recente, in cui sembrerebbe che i grandi sistemi di pagamento online stiano nei fatti boicottando tutta una serie di contenuti presenti su Steam e su altre piattaforme.

Le piattaforme, tra queste itch.io, si sono trovate costrette prima a eliminare tutti i giochi considerati troppo violenti nei confronti delle donne, quelli con temi legati alla sessualità e affini, e adesso si dice che il bando dei contenuti per adulti stia colpendo anche giochi che non hanno un’attinenza diretta con quelli che sono i claim di sicurezza che vengono sbandierati.

Pare infatti che il bando non stia colpendo solo quei giochi che potremmo classificare come ben più che osé, ma anche videogiochi che, come The Last of Us, hanno al loro interno storie e personaggi afferenti alla comunità LGBTQ+. Ad accorgersene sono stati gli stessi sviluppatori che si sono visti rimuovere giochi con questi temi, anche se non sono violenti in alcun modo.

E se pensate che a voi questo genere di tematiche non importi, vale la pena pensare proprio al capolavoro di Naughty Dog oppure a quello che potrebbe essere il prossimo GTA, in cui le tematiche per adulti vengono ammucchiate come carbone in una vecchia locomotiva.

Come la prendereste se improvvisamente The Last of Us sparisse perché bandito a causa delle tematiche e dei personaggi? E come la prendereste se il prossimo GTA dovesse in qualche modo rammollirsi per poter essere venduto?

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