Proteggere i videogiochi e il mondo che si muove intorno ad essi è al centro di una nuova legge. Una legge che chiarisce per tutti quello che noi sappiamo da un bel po’.
Sembrava che ultimamente il mondo intero, soprattutto i governi di tanta parte del pianeta, si fossero messi d’accordo per rendere la vita più complicata a tutti quelli che amano i videogiochi. Basti guardare, per esempio, ai problemi che si stanno creando sulle piattaforme come Steam e Itch.io a causa delle ingerenze delle piattaforme di pagamento.

Ci fa quindi estremamente piacere invece vedere che da qualche parte qualcuno apprezza ancora i videogiochi e soprattutto è pronto a difendere il mondo dei videogiochi. Noi in realtà bene o male sapevamo da tempo di questa differenza e di come il mondo dei videogiochi vada protetto da altro, ma è bene che altri se ne siano accorti.
Una nuova legge che stavolta protegge i videogiochi
Quando si parla di videogiochi, il più delle volte occorre difenderli da quelli che pensano che siano pericolosi o perdite di tempo, o un misto tra le due. In realtà, questo genere di commenti arriva tante volte da chi non si è mai fermato a guardare da vicino alcuni dei migliori titoli usciti nel corso della storia di questo mezzo espressivo.

Ci sono giochi che parlano di tematiche profondissime e che lo fanno in modo estremamente adulto e maturo. Qualcosa di ben lontano dalla violenza gratuita che invece sembra essere l’unica cosa che i più si ricordano.
Un altro problema è quello che riguarda la connessione forzata, a nostro avviso, tra videogiochi e scommesse. I videogiochi e i casinò tante volte sono visti come due facce della stessa diabolica medaglia.
È bello quindi vedere come una nuova legge approvata in India riconosca effettivamente i videogiochi e gli eSports come qualcosa di diverso rispetto alle App delle scommesse e a quei giochi legati direttamente al denaro.
Al governo indiano sono serviti un paio d’anni per rendersi conto che cose come il Video Poker e Gears of War o i Pokemon non sono la stessa cosa.
Come dicevamo prima, sarebbe bastato chiederlo ai giocatori stessi e ci si sarebbe forse resi conto più velocemente di come in realtà non siamo di fronte alla stessa cosa espletata in modo diverso, anche se le luci colorate, i tasti che si premono e i rumori potevano trarre in inganno. Anche perché il Video Poker non si pirata!
Il riconoscimento dei videogiochi come qualcosa di diverso rispetto alle scommesse e agli altri giochi in cui si spendono soldi veri è un primo passo e la speranza è sempre quella che questo genere di riconoscimenti arrivino anche altrove nel mondo.
Chissà che finalmente non si smetta di guardare al mondo dei videogiochi come a qualcosa che va bene per i bambini o per chi non ha nulla da fare. Anche perché se lo chiedete a noi potremmo dire la stessa cosa della lettura e dei film.





