I droni possono essere utilizzati per fare consegne, scattare foto, girare video, e ora se sono droni armati si mettono a pattugliare le scuole.
L’utilizzo della tecnologia per la sicurezza sembra forse l’unico modo sensato per utilizzare gli strumenti più avanzati che abbiamo a disposizione. Ma poi c’è la prova dei fatti.

E il mondo, che piaccia o no ai fan della tecnologia che ci guarda e ci tiene al sicuro, è estremamente più complesso rispetto a quello che qualunque software può imparare a gestire con le sue variabili.
Ma questo non sta scoraggiando l’adozione di sistemi particolari per garantire la sicurezza ad almeno una parte della popolazione: che si trova tutti i giorni a scuola. Una scelta che ha ovviamente aperto un dibattito date anche tutte le implicazioni legate ad essi.
Come la prendereste se ci fossero droni armati fuori da scuola?
Non se ne esce: continuiamo a ritrovarci in quello stesso pezzetto dell’episodio dei Simpsons in cui in chiesa c’è chi grida di pensare ai bambini. Adesso per la sicurezza degli studenti, e si spera dei professori, c’è chi vuole mettere droni armati a pattugliare il perimetro degli istituti per poter così rispondere in pochi secondi in caso di minaccia. Si tratta di tre distretti scolastici dello Stato americano della Florida.

E i droni, che a quanto pare finché non vengono chiamati direttamente in causa rimangono parcheggiati sulle loro postazioni di ricarica, sono prodotti da una società che si chiama, neanche a farlo apposta, Campus Guardian Angel.
Non sono totalmente autonomi, e almeno questa è una fortuna, ma da un team di persone addestrate da remoto. Lo scopo dichiarato è quello di comportarsi un po’ come dei cani mandati in avanscoperta in caso di sparatorie nelle scuole per fornire quindi supporto agli agenti in arrivo.
Le armi in dotazione sono a quanto pare di tipo non letale che hanno lo scopo di disorientare, distrarre o tramortire ma non uccidere e sono in più dotati di spray al peperoncino e di una punta che è in grado di rompere in sicurezza qualunque superficie di vetro.
Ci sono però ovviamente anche tante cose che occorrerà vedere sul campo, come dicevamo all’inizio, perché un conto è sapere che c’è un pilota esperto alla guida di un drone, l’altra è vedere cosa può succedere se questo drone si trova magari in un corridoio con ragazzi che corrono alla disperata ricerca di un riparo. Finiremo come in un videogioco…
Il rischio dovuto a una collisione involontaria è probabilmente minimo ma non del tutto eliminabile. E in più c’è da tenere presente che inserendo un ulteriore elemento in una situazione di stress umano generale come quello di una potenziale situazione di pericolo in una scuola, aumentano anche le variabili che possono degenerare.
Da ultimo tutta la logistica e la sicurezza per i droni stessi nel momento in cui non sono utilizzati. Forse semplicemente demandare a operatori esterni di pattugliare e aiutare in caso di incidente anziché provare a prevenire realmente situazioni per cui un quindicenne può trovarsi con un’arma automatica non è la soluzione.





