Il mondo del lavoro già è complicato di suo ma con l’introduzione dell’IA per i giovani cominciare a lavorare sta diventando pressoché impossibile. Ditecelo ancora una volta che siete fieri di questa tecnologia.
Ogni volta che provate entusiasmo perché con l’assistenza dell’intelligenza artificiale sembra che siate in grado di fare cose che prima erano solo un sogno, ricordatevi che la stessa identica cosa la fanno anche i datori di lavoro.

Come emerge da uno studio dell’università di Stanford, quegli stessi datori di lavoro stanno tagliando moltissime posizioni soprattutto per quello che riguarda le cosiddette posizioni entry-level, ovvero quelle che vengono occupate dai giovani che si stanno affacciando al mondo del lavoro e che, con queste posizioni, si fanno le ossa, imparano le basi di quello che devono utilizzare e poi crescono e diventano senior.
Cosa significa questa eliminazione nel mercato del lavoro? Ma soprattutto, che cosa significa per le giovani generazioni che cercano lavoro?
I giovani rischiano di non trovare mai lavoro e la colpa è dell’intelligenza artificiale?
La prima cosa che va rimessa sui binari è l’idea che sia effettivamente colpa dell’intelligenza artificiale se i giovani rischiano di trovarsi improvvisamente a sgominare ancora più di quanto già non facciano ora per trovare una posizione con cui cominciare a costruirsi il proprio curriculum lavorativo.

Perché, come qualunque altra cosa, le IA sono uno strumento, un tool, neanche troppo intelligente alla fine. Quindi quando diciamo che l’intelligenza artificiale si porta via l’occupazione entry-level per i giovani, in realtà quello che stiamo dicendo è che le aziende che preferiscono risparmiare oggi piuttosto che lavorare al loro domani stanno rubando quello stesso domani ai loro potenziali prossimi impiegati.
Secondo lo studio di Stanford, ci sono per esempio molte professioni tra cui archiviazione, operatori di customer service, analisti di dati junior e assistenti all’amministrazione che vengono sostituite proprio dai servizi portati dalle IA.
E il motivo per cui tante aziende preferiscono le IA ai giovani è che l’intelligenza artificiale sembra essere molto più economica rispetto a un nuovo impiegato. Torniamo al passato, seguiamo i VIP.
Come abbiamo però già sottolineato in altre occasioni, queste situazioni dovrebbero invece farci riflettere sul fatto che mentre un giovane impiegato, per quanto poco avvezzo alle pratiche aziendali nei primi periodi, può rivelarsi una risorsa che consente di risparmiare sul lungo periodo, affidarsi alle società che producono intelligenze artificiali significa in pratica fare un accordo commerciale con un fornitore che potrà a sua volta decidere come e quando far pagare per il proprio servizio.
E nel momento in cui le società si accorgeranno che non c’è più nessuno che sa fare quei famosi lavori entry-level e che non si può scappare dagli abbonamenti, forse anche chi si raccontava di poter risparmiare milioni vedrà la realtà che noi già osserviamo.
Speriamo che questa epifania non arrivi troppo tardi. Soprattutto perché se i giovani non entrano nel mondo del lavoro tutta la società lentamente collassa. C’è da ricordare, per esempio, che ovunque buona parte delle pensioni di chi si trova nel presente ad aver smesso di lavorare vengono in realtà pagate con i contributi di chi sta lavorando. Se non ci sono più persone che lavorano, come le pagheremo le pensioni?





