Siete in attesa di Call of Duty Black Ops 7 oppure volete Battlefield 6? E se vi dicessimo di lasciar perdere tutto e provare invece questo gioco?
Abbiamo visto come il pubblico dei fan degli FPS sia affamato di giochi che riportano la guerra con i piedi per terra anziché darci skin improponibili.

E quindi siamo tutti in attesa dell’uscita ufficiale di Battlefield 6. Ma nel frattempo i team di sviluppo che apprezzano questo genere di giochi non stanno con le mani in mano. E ce n’è uno in particolare che è riuscito a vendere 13 milioni di copie con 3 milioni di copie su console. Un successo che dovrebbe far riflettere anche i colossi.
Un gioco potrebbe mandare in crisi Black Ops e Battlefield
Riuscire a trovarsi al posto giusto al momento giusto e con il videogioco giusto è in parte questione di fortuna, in parte questione di analisi del mercato. Sospettiamo che i ragazzi di VOID Interactive abbiano trovato la giusta ricetta per mescolare entrambi gli elementi per dare poi vita a Ready or Not.

Ready or Not, e questo è il post più recente sull’account ufficiale del team di sviluppo sul social che una volta era dell’uccellino azzurro, ha venduto 3 milioni di copie su console e in totale ne ha vendute 13 milioni.
Qual è la formula del successo di Ready or Not? Il gioco è uno sparatutto ma con tutta una serie di elementi presi direttamente dalla realtà delle operazioni della polizia e delle squadre della SWAT. Ci sono quindi almeno due modi per affrontare ciascuna delle situazioni che compongono il gioco: si può decidere di sfondare le porte e quello che succede succede, oppure si può cercare di creare meno rumore possibile e risolvere le situazioni con il minor spargimento di sangue.
Il gioco non è perfetto e anche sotto il post sul social che appartiene ora a Elon Musk viene sottolineato che ci sono diversi bug che VOID Interactive dovrebbe affrontare.
Ma riuscire a vendere 13 milioni di copie è comunque un traguardo che Ready or Not ha raggiunto e soprattutto che è stato raggiunto in appena 8 settimane. Il gioco infatti è uscito lo scorso 15 luglio, dotato sin da subito di cross-platform. E il primo milione è arrivato subito.
L’ambiente di gioco è una fittizia West Coast americana, ma a parte questa che potremmo definire licenza poetica, tutto Ready or Not è calato nella realtà. E di nuovo il fatto che sia un gioco così apprezzato ci dice che in realtà sono gli utenti stessi a volere il realismo.
Un realismo che all’inizio era ancora più marcato. C’è stata infatti una piccola polemica perché il team di sviluppo ha deciso di applicare una sorta di delicata censura in alcune situazioni. Sempre nei commenti, c’è chi chiede che questa censura venga rimossa.
Tra le richieste di qualcosa che invece andrebbe aggiunta, la compatibilità con il visore per la realtà virtuale di Playstation. In effetti, data l’attenzione ai dettagli realistici di Ready or Not, possiamo solo immaginare che cosa potrebbe essere questo gioco sperimentato attraverso un visore.





