Su Steam alcune tipologie di videogiochi non potranno più essere giocati con la formula dell’accesso anticipato.
Sulla piattaforma di Steam è possibile trovare chiaramente qualunque tipologia di videogioco. Ma stando ad alcune storie che ora emergono, pare proprio che ci siano alcune categorie di videogiochi che non piacciono più di tanto a chi si occupa della piattaforma.

Sono state quindi implementate, a quanto pare, delle nuove regole. E secondo queste nuove regole alcuni team di sviluppo non hanno la possibilità di mettere i propri titoli a disposizione del pubblico potenziale con la formula dell’Accesso Anticipato (o Early Access).
Ma, e basta fare un giro sulla stessa piattaforma di Steam, proprio la formula dell’Early Access sta diventando il modo in cui molti videogiochi vengono sviluppati perché, così facendo, il titolo in questione viene costruito in tempo reale con il feedback dei futuri giocatori.
Se un titolo non può nei fatti sfruttare questa possibilità, che è una fra le tante che i team hanno a disposizione ma è una delle più efficaci, significa che lo sviluppo avviene o a porte chiuse oppure che da parte del team di sviluppo occorre mettere in piedi una struttura alternativa proprietaria con cui distribuire il titolo in questa sua forma più fluida.
Steam non permette l’Early Access a questi giochi, perché?
Nelle ultime settimane, una delle discussioni più accese e che ha coinvolto Steam, ma non solo, è stata quella riguardo le ingerenze delle piattaforme di pagamento che hanno, in modo sotterraneo a quanto pare, spinto le stesse piattaforme di distribuzione dei videogiochi a stringere per escludere i titoli con tematiche adulte.

Interpellate al riguardo, le stesse società di pagamento hanno però negato queste ingerenze anche se poi, di contro, le piattaforme di videogiochi hanno confermato di aver ricevuto pressioni. Adesso sembra che la questione stia diventando ancora più complessa.
Secondo il racconto del team di sviluppo di Heavy Heart, il loro gioco non può essere distribuito in Accesso Anticipato a causa dell’etichetta di gioco per adulti.
E andando a spulciare alcune conversazioni su BlueSky, viene fuori che almeno un altro team di sviluppo è stato raggiunto dalla stessa decisione. Intanto c’è chi si muove per salvare i videogiochi.
Il problema qui non è tanto il fatto che una piattaforma decida che alcune tipologie di titoli non possono avere a disposizione alcuni canali di comunicazione con il pubblico, il problema è che sembra esserci una sorta di coordinazione tra diverse realtà per limitare, sempre a causa di queste presunte pressioni, la libertà espressiva di alcuni sviluppatori.
Perché alla fine di tutto, se un gioco non ci piace, se un gioco ha tematiche che a noi non interessano o che troviamo magari anche offensive, semplicemente basta non acquistare quel videogioco o magari divertirsi a parlarne male anche se uno non l’ha provato.
Se però si mettono di mezzo sistemi che nella pratica diventano sistemi di censura, è chiaro che la situazione è un po’ più complessa e occorre parlarne anche se non siete fan di un particolare tipo di esperienza.





