Certe volte basta un videogioco per raggiungere la cima del mondo e vincere alcuni dei trofei più importanti della storia del calcio: la rivelazione.
Quando si parla di professionisti di primissimo livello nel mondo dello sport spesso pensiamo a persone sovraumane, impossibili da raggiungere, quasi una razza aliena rispetto a noi. Pensate al fisico di un campione dei pesi massimi di UFC, con ogni muscolo definito e scolpito, con un’energia incredibile e un’esplosività fuori dal comune, oltre che una resistenza fuori dal comune. E ora metteteci vicino l’uomo standard, non proprio atletico, con qualche chilo di troppo, che lavora in ufficio.

La differenza è incredibile e in questo senso è molto ben visibile come ci siano dei valori quasi opposti in tantissimi voci. Ecco quindi che può anche risultare naturale quasi pensare a questi due soggetti come incompatibili, quasi come specie diverse. Ma anche se così lontani fisicamente e senza dubbio anche per tanti aspetti mentali, comunque ci sono cose che possono metterli in comune e su cui si sovrappongono quasi perfettamente.
Ad esempio l’amore per i videogiochi. Nelle ultime ore si sta parlando molto delle dichiarazioni fatte da uno dei calciatori più importanti degli ultimi decenni e uno dei più grandi se non il più grande della storia della sua nazionale, che ha parlato proprio della passione per i videogiochi e anche dell’importanza che ha avuto un titolo nelle vittorie del suo club.
Il videogioco che ha reso dei grandi calciatori campioni d’Europa
Stiamo parlando di un attaccante che ha fatto la storia del calcio e che ha spinto milioni e milioni di giovani a sognare di diventare calciatori a loro volta, partendo dal basso e man mano diventando una stella di uno dei club più vittoriosi dell’Inghilterra.

Stiamo parlando di Wayne Rooney, bandiera del Manchester United per cui ha giocato dal 2004 al 2017, periodo durante il quale il club ha vinto cinque titoli della Premier League, la FA Cup, tre Coppe di Lega, quattro Community Shield, l’Europa League e la Champions League. Soprattutto grazie al suo contributo, ma a quanto pare anche grazie a un videogioco.
Parlando nel podcast The Wayne Rooney Show dell’uscita di EA Sports FC 26, una serie di cui era protagonista sulla copertina quando era conosciuta come FIFA, Rooney ha raccontato che un gioco di diversi anni fa era diventato il passatempo preferito della squadra, ma anche un perfetto esercizio per fare team building.
“Credo davvero che gran parte del nostro successo fosse dovuto al fatto che giocavamo con la PSP“, ha spiegato. “Ci giocavamo in aereo, sul pullman della squadra. Si giocava 5 contro 5, quindi c’eravamo io, Rio [Ferdinand], Michael Carrick, John O’Shea e Wes Brown”. Aggiornamenti poi per chi aspetta X-COM 3.
Ma cosa si giocava? FIFA o PES? Assolutamente no, a SOCOM, un shooter tattico. “Bisognava parlare, bisognava essere tatticamente corretti, andare a rianimare le persone quando venivano uccise, e credo che questo abbia contribuito in modo determinante al nostro successo“. E ora chi lo dice a chi crede che i videogiochi facciano solo male?





