Ogni tanto parliamo di regole e TikTok che vengono da lontano. Questa legge è di casa nostra ed è bene conoscerla per evitare brutte sorprese.
Sui social siamo tutti un po’ più liberi. Poter parlare senza che gli altri ci guardino in faccia dà a chi è timido cronico il coraggio di esprimersi. I social poi ci permettono anche di seguire in modo un po’ più diretto quelle che sono le nostre passioni.
Ma online, purtroppo, non succedono solo cose belle o cose buffe. C’è anche chi si lascia forse prendere un po’ troppo la mano e sfoga online la propria frustrazione quotidiana anziché indirizzarla in modo costruttivo. Questo succede proprio perché siamo convinti che online nessuno ci possa fare nulla.
Ma occorre prestare attenzione perché certi comportamenti sono estremamente rischiosi. Ne è la dimostrazione quello che è stato deciso nei confronti di chi utilizza anche nel nostro Paese la piattaforma di TikTok. Comportatevi come si deve, perché le conseguenze decisamente potrebbero non piacervi.
Attenzione a quello che fate su TikTok, potreste violare la legge
Quello che succede online sembra succedere in un mondo a parte. Del resto chiunque può pubblicare foto, mettere un video, scrivere e lasciare commenti. Ma si dovrebbe sempre ricordare quel consiglio della nonna per cui se non si hanno cose belle da dire non si dovrebbe dire nulla. Anche perché c’è il rischio di beccarsi una denuncia.
Secondo una recentissima pronuncia della Cassazione, infatti, chi dice brutte cose di qualcun altro in una diretta TikTok non commette più solo il reato di ingiuria ma quello di diffamazione. La differenza tra ingiuria e diffamazione è la possibilità da parte della controparte offesa di potersi difendere direttamente.
La Cassazione non ha ritenuto che nel caso di una diretta TikTok l’eventuale persona offesa possa effettivamente difendersi partecipando a quello che diventerebbe un contraddittorio. Rimane quindi il reato di diffamazione che può costare caro.
Il problema, oltre al fatto che manca la possibilità di poter rispondere, è anche che il contenuto può essere visualizzato e ridistribuito e questo continua ad essere lesivo dei diritti della persona eventualmente offesa.
Qualcuno potrebbe pensare che siamo diventati uno Stato di polizia dove non si può più dire niente ma in realtà dovremmo sempre ricordarci che quello che si dice online ha comunque un peso, soprattutto se lo si dice rivolti ad un’altra persona e questa persona potrebbe sentirsi offesa.
Visto poi quante risorse sprechiamo ogni giorno per scempiaggini online, potrebbe essere ulteriormente utile ricordarci di questa pronuncia della Cassazione per evitare di dover rispondere anche in tribunale di quello che abbiamo detto o scritto in un momento di rabbia o di frustrazione. Oltre a fare del male alle altre persone si rischia di dover pagare caro.
