La community di Battlefield 6 si è spaccata con due schieramenti ben divisi e completamente opposti: chi sono gli zoomers e chi sono i battledads.
Battlefield 6 è uno dei giochi più importanti e amati del momento, con milioni di videogiocatori che ogni giorno si connettono per darsi battaglia e sfidarsi sui campi più spettacolari e distruttibili del mondo del gaming moderno. EA ha lavorato benissimo, spingendo per un ritorno al passato, a quando questa Battlefield era un titolo gigantesco in grado di contrastare Call of Duty, affermandosi come un’alternativa più tattica, seria e graficamente spettacolare.

Nel corso degli anni però il titolo ha perso la retta via e si è macchiato di crimini importanti contro se stessa, andandosi completamente a perdere e di fatto snaturando di parecchio la sua formula e di fatto alienandosi la sua stessa fanbase. Battlefield 1 è stato eccezionale, il V così così e da lì titoli deludenti con 2042 che è stato il punto più basso dell’intera serie. Ora fortunatamente la ripresa.
In tanti sono tornati a giocare Battlefield 6, che sta registrando numeri da capogiro per quanto concerne gli utenti attivi. Addirittura su Steam ha visto un picco di oltre 750.000 giocatori contemporanei solo su Steam, prendendo il titoli di titolo di maggiore successo nella serie se si analizza questa statistica. Occhio però perché tutte queste persone ora stanno andando a cristallizzarsi in due fazioni separate e ben distinte.
Zoomers contro Battledads su Battlefield 6
Nelle ultime ore Battlefield 6 è interessato da una battaglia interna che vede due fazioni opposte farsi la guerra. E sembra essere una guerra molto più accesa e sentita di quella che il gioco prova a raccontarsi nella sua campagna tra forze NATO e Pax Armata, un conflitto incredibile, generazionale, persino ideologico.

Stiamo parlando delle fazioni tra zoomers, che si identificano nei più giovani che per la prima volta si aggiungono a un server di un titolo di Battlefield perché molto in erba oppure perché come tanti hanno deciso di lasciare Call of Duty e la concorrenza per tuffarsi in questa esperienza, rimanendone in parte delusi per la mancanza di movimenti veloci e combattimenti estremamente adrenalinici.
A questi si oppongono i battledads, ovvero i “papà di Battlefield”, giocatori un po’ più in là con gli anni e che hanno un’esperienza enorme avendo giocato tantissimi titoli dello shooter EA, e che quindi si caratterizzano per un approccio più tattico, attento, preciso e movimenti realistici. Intanto segnaliamoo grandi novità per un nuovo gioco di calcio.
Apparently I’m a “Battledad” now cuz I enjoy playing games slower and don’t want to always be zooming around.
It’s ok young one, it’ll hit you too one day. You’ll get it and understand why it’s still fun.
— CRREAM (@CrReaM) September 18, 2025
Mentre i giochi FPS come Call of Duty hanno potenziato le meccaniche di movimento degli sparatutto con elementi come jet pack, wall-running e, più recentemente, Omnimovement, come sappiamo EA ha preferito dare ai soldati di Battlefield 6 movimenti assai più realistici e lenti, per il piacere dei “battledads” e il dispiacere del gruppo “zoomers”.





