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Act of Aggression – la recensione

Act of Aggression ci proietta di qualche anno nel futuro, nel 2020 per essere precisi. Le risorse ci sono, le persone sono sempre più annoiate e l’economia continua a crollare. Magnifici presupposti per una nuova guerra di portata nucleare.
L’economia cinese ci ha abbandonato durante un crack finanziario terribile, conosciuto poi come “Shangai Crash”, problema che non ha mancato di portarsi dietro tutto il mondo, sopratutto gli Stati Uniti d’America, una superpotenza sempre meno super, vicina al collasso economico e afflitta dagli ingenti tagli alla Difesa.
In questo scenario si fa avanti un nuovo gruppo formato da hacker, magnati senza scrupoli e terroristi, dotati della migliore tecnologia sul mercato. Stiamo parlando del Cartel, una sorta di Brotherhood of Nod del vecchio Command & Conquer sotto anfetamine, che non vede l’ora di sfruttare la situazione per erigersi ai vertici di un nuovo ordine mondiale… incredibilmente gli Illuminati non sono stati scomodati, strano.

Act of Aggression è il perfetto prototipo di un RTS d’altri tempi che vuole bussare alla porta dei nostri giorni.

Il nostro ruolo, se seguiremo la campagna del gioco, sarà quello di cercare di riportare un poco di ordine in questo caos, vestendo i panni di un sedicente colonnello, affiliato di una task force creata per l’occasione dalle Nazioni Unite, la Chimera.
Andando avanti con le missioni scopriremo, poi, i punti di vista delle altre fazioni (Cartel e Stati Uniti) grazie a un simpatico sistema di sbloccaggio dei capitoli: senza andare avanti con una fazione non potremo sbloccare le missioni dell’altra.
In Act of Aggression ci si sente subito a casa. C’è già chi lo definisce “il C&C Generals che doveva essere”… e non ha tutti i torti. I programmatori hanno, infatti, deciso di sacrificare le spese per filmati e attori in carne e ossa per concentrare i loro sforzi sul gameplay. Siamo di fronte a un gioco abbastanza complesso anche se potremmo definire classico, e votato in tutto e per tutto a far tornare in auge il genere RTS.

Il titolo di Eugene Systems è all’altezza delle aspettative degli amanti del PvP grazie al buon numero di mappe disponibili.

La pecca più evidente è l’assenza di un vero e proprio tutorial: dovremo perdere qualche tempo per imparare bene come sfruttare le sinergie tra edifici e unità e capire quale upgrade fa al caso nostro. Ma nulla di impossibile.

Ogni fazione, come di consueto, avrà a sua disposizione unità e caratteristiche proprie, che riusciranno a farci diventare matti nella volontà di provare ogni combinazione possibile.
Gli States, terribilmente carenti dal punto di vista tecnologico, si affideranno alla mera forza bruta e all’esperienza che le loro unità potranno accumulare sul campo di battaglia. Aumentando di grado potranno infatti migliorare le loro statistiche, divenendo le più abili… se riusciremo a farle sopravvivere abbastanza a lungo!

La pecca più evidente è l’assenza di un vero e proprio tutorial.

La Chimera, fazione iniziale e più semplice da usare, avrà dalla sua il supporto mondiale, un livello tecnologico medio e la possibilità di farci scegliere, come meglio riterremo opportuno, il modo in cui sviluppare le nostre unità. Potenziamenti ai veicoli, alla fanteria e agli stessi edifici, ci permetteranno di ottenere il dominio in breve tempo, se sapremo come e dove spostare le nostre forze, e così compensare la loro carenza dal punto di vista statistico (la unità della Chimera sono le più deboli sul campo).

Il nostro ruolo, se seguiremo la campagna del gioco, sarà quello di cercare di riportare un poco di ordine in questo caos, vestendo i panni di un sedicente colonnello.

Stranamente, nessuna delle parti in gioco sembrerebbe propensa agli scontri acquatici. Anche se appare un poco anacronistico per i tempi videoludici moderni, non vi è alcuna presenza di unità acquatiche. Scordatevi quindi guerre sottomarine o portaerei pronte a portare devastazione in giro per la mappa: qui si combatte sulla terraferma ragazzi, niente bikini all’orizzonte.
Graficamente parlando abbiamo per le mani un gioco bello da vedere e ben progettato.
Le impostazioni sono infatti perfettamente scalabili, e basterà perdere cinque minuti della propria vita da gamer per ottenere il massimo anche da un computer non proprio giovane.

Potremo distruggere, incendiare e calpestare praticamente qualsiasi cosa, anche se a volte sarà inutile.

Edifici, elementi urbanistici vari, mezzi stradali e vegetazione saranno inoltre alla nostra mercé: potremo distruggere, incendiare e calpestare praticamente qualsiasi cosa, anche se a volte sarà inutile. Recinzioni, auto e siepi sono, infatti, dei meri pixel grafici di contorno e le unità di fanteria potranno addirittura passarvi attraverso senza essere rallentate. Attenzione però, non tutto scomparirà dal campo immediatamente. I veicoli distrutti infatti potrebbero andare a “intasare” punti strategici, come i ponti, rendendo difficile il passaggio di altre unità. Starà a noi capire come sfruttare questo dettaglio tecnico.

L’assenza di un tasto pausa (10 a 1 che sarà inserito con una futura patch) rende comunque la gestione del tutto un po’ confusionaria, soprattutto nei momenti più avanzati delle partite, dove saremo circondati da edifici e unità da gestire contemporaneamente.
Una lancia a favore del gioco deve essere infine spezzata per il multiplayer. Anche se ai nostri giorni il comparto online è divenuto un obbligo per il 99% dei videogiochi, non tutte le ciambelle riescono con il buco. Il titolo di Eugene Systems è invece all’altezza delle aspettative degli amanti del PvP grazie al buon numero di mappe disponibili (molto varie tra loro) e le funzionalità a disposizione, come la possibilità di giocare partite classificate.
Concludendo, Act of Aggression è il perfetto prototipo di un RTS d’altri tempi che vuole bussare alla porta dei nostri giorni. Le carte in regola per un discreto successo ci sono tutte, e, magari, qualche piccola correzione potrà migliorare ulteriormente l’esperienza di gioco (la patch del day-one introduce già diversi bilanciamenti delle tante unità presenti nel gioco). Impossibile, quindi, non promuovere questo titolo, che non mancherà di riavvicinare al genere tante pecorelle smarrite nel tempo.

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