AI per i videogames: usando questa sono stati risparmiati migliaia di dollari, ma per cosa?

ChatGPT ha fatto proseliti. Chissà se ne arriveranno altre al suo livello. Ma non c’è solo il chatbot di OpenAI a catalizzare l’attenzione su questo inizio 2023 a forti tinte di Intelligenze artificiale.

Intelligenza Artificiale - Videogiochi.com 20230131
Intelligenza Artificiale – Videogiochi.com 20230131

Una che sta prendendo sempre più corpo e fama, è Midjourney, che prende il nome dal laboratorio di ricerca che crea immagini da descrizioni testuali, simili a DALL-E di OpenAI. Uno strumento ancora non definito, ma fruibile nella sua versione beta, aperta a tutti naturalmente. E’ stata utilizzata in più campi, dalla rivista britannica The Economist fino al nostro Corsera. Ora sbarca nel mondo fatato del gaming.

L’intelligenza artificiale dipende fortemente dai suggerimenti che dai e il suggerimento preciso sta rapidamente diventando un’arte a sé stante. Alcune parole chiave possono essere utilizzate per descrivere uno stile, un particolare artista, un’epoca o un movimento artistico (barocco, neoclassicismo, medioevo).

Fin dove arriva l’AI. Per tutto il resto c’è l’essere umano

Tutto nasce dalla fantasia del suggeritore. È possibile specificare ulteriormente i parametri se, ad esempio, è necessario uno sfondo verde, una sfumatura blu sulla mano e così via. Al resto ci pensa proprio l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. Lo studio di sviluppo di giochi Lost Lore ha condiviso alcuni suggerimenti per utilizzare l’intelligenza artificiale nella realizzazione di giochi per dispositivi mobili. Gli effetti sono sorprendenti e rappresentano un interessantissimo spunto di riflessioni.

Gaming - Videogiochi.com 20230131
Gaming – Videogiochi.com

A Midjourney sono state suggerite determinate discriminanti sul videogame Bearverse, un multiplayer mobile F2P con un’economia basata sul tempo condivisa. Ebbene è stato chiesto all’AI un sorriso biomeccanico del design del personaggio: detto, fatto. In un amen tanti variabili. E ancora: in Bearverse ci sono orsi di diversi clan e classi sociali, con stili unici, a cui sono stati aggiunti un prompt dettagliato, con il chiaro intento di puntare a un personaggio del gioco in una posa particolare, non un ritratto o uno scenario. Ebbene, Midjourney non ha saputo replicare gli orsi in maniera perfetta, questo perché l’arte AI richiede comunque una fase di post-produzione. Ma con essa, tutto è stato più facile: riparazione, ottimizzazione, cura dei dettagli, et voila, il gioco è fatto.

La dimostrazione che l’AI in questione rappresenta comunque un validissimo aiuto a chiunque la utilizzi, ma il progetto deve comunque essere “approvato” da un esperto umano. E non è un piccolo particolare, ma la differenza che intercorre fra qualcosa di pur sempre artificiale e una qualità non replicabile: l’estro, la creatività e la fantasia proprio dell’essere umano.

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