Arena of Fate – hands on closed beta

“Tra i due litiganti il terzo gode”. Crytek sembra aver preso molto in considerazione queste parole prima di tuffarsi nella mischia dei MOBA con il suo Arena of Fate, del quale sia qui a parlarvi perché perché ci è stato gentilmente fornito l’accesso alla closed beta. Arena of Fate ha dunque la velleità di riproporre la solite battaglie 5vs5 ispirandosi ai vari colossi del settore, cosa che però non ci pare del tutto riuscita… ma andiamo per ordine.
Sappiamo tutti quanto gli eSport siano ormai presi sul serio, soprattutto in questo particolare settore videoludico. League of Legends è riuscita a dimostrare a tutti come una softco possa ergersi dal nulla, arrivando a dominare il mercato. Crytek, non credendosi da meno, cerca allora di sfidare tutto e tutti, andandosi a immettere in un campo di battaglia che già ha mietuto molte vittime.
Fin da una prima occhiata, la closed beta ci fa subito capire che la softco ha deciso di riprendere alcuni degli elementi distintivi di altri MOBA: la schermata iniziale, lo shop e le altre pagine richiamano molto da vicino lo stile usato da Blizzard per il suo Heroes of the Storm, come anche lo sviluppo semplificato dell’eroe rispetto ad altri titoli.
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A differenza di altri MOBA, Arena of Fate ci metterà fretta, concedendoci solamente 20 minuti di tempo per ottenere l’agognata vittoria (nonché lo sporco denaro per sbloccare nuovi eroi!).

Come spesso accade copiando, i programmatori sembrano aver calcato troppo la mano, andando così a emulare qualcosa di già visto, portando fino all’esasperazione i suoi tratti distintivi.
Se ad alcuni di voi Heroes of the Storm è sembrato eccessivamente semplificato aspettate di provare questo gioco.
Scorrendo nel roster di eroi disponibili, un connubio veramente intrigante formato da personaggi storici e leggende popolari (passeremo da Tesla a Cappuccetto Rosso per intenderci), ci accorgiamo subito che la volontà di Crytek è quella di metterci dinanzi a un ambiente molto familiare che si differenzia da altri solamente per la presenza dei Club, delle comunità nelle quali potremo entrare a far parte per conoscere nuovi amici, organizzare meglio le partite e accrescere il loro rating con le nostre vittorie.

Le uniche cose che potremo personalizzare saranno le statistiche, nude e crude, attraverso dei talenti ottenuti a inizio partita.

Il gioco vero e proprio è caratterizzato da un mix ben conosciuto: due team formati da cinque individui dovranno scontrarsi per ottenere la vittoria, la quale sarà però ottenibile al raggiungimento di 10 punti ed è qui che le cose cambiano un poco.
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A differenza di altri MOBA, Arena of Fate ci metterà fretta, concedendoci solamente 20 minuti di tempo per ottenere l’agognata vittoria (nonché lo sporco denaro per sbloccare nuovi eroi!). Ottenere punti sarà semplice e potremo farlo in modi differenti: abbattendo le torri presenti nelle tre corsie (un punto a torre), sconfiggendo gli eroi nemici (ogni sette uccisioni si otterrà un punto), avendo la meglio su alcuni dei mostri presenti nella giungla (alcuni di questi ci doneranno punti, altri invece potenzieranno i nostri agguerriti minion). Questa particolarità, sommata a quella dell’anticonformistico elenco di eroi a nostra disposizione, sono le vere e uniche perle che il gioco può donarci.
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Le semplificazioni delle quali parlavamo poc’anzi, già presentate in altri giochi, non mancheranno di attrarre l’interesse dei casual gamer, coloro che preferiscono agire piuttosto che stare troppo a pensare su come sviluppare il proprio personaggio… cosa buona e giusta potremmo dire, ma Crytek prende forse troppo sul serio questi pensieri, riformulando il concetto di gioco non solo eliminando l’item shop ma sbloccando fin dal primo livello tutte le abilità dell’eroe, compresa la finale (al mio segnale, spammate le R!).

Il tempo è tiranno ma Crytek dovrebbe osare, cercando di mettere a disposizione dei giocatori delle mappe originali.

Le uniche cose che potremo personalizzare saranno le statistiche, nude e crude, attraverso dei talenti ottenuti a inizio partita e poi con il susseguirsi dei primi livelli. Le scelte a disposizione saranno però troppo limitate per poter dare un vero taglio alla nostra tipologia di gioco, finendo così per optare sempre le stesse combinazioni vincenti.
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Le semplificazioni delle quali parlavamo poc’anzi, già presentate in altri giochi, non mancheranno di attrarre l’interesse dei casual gamer.

Scegliere un eroe di tipo difensore non potrà far altro che portarci a potenziare le sue abilità di difesa, stessa cosa accadrà quando vestiremo i panni di un Jesse James, ADC della situazione: se non potenzieremo il suo potere d’attacco perderemo molto presto la nostra utilità all’interno del team.
Il gusto del giocare con Arena of Fate è quindi totalmente racchiuso nella bella idea di dare ai giocatori la possibilità di avere per le mani un Van Helsing, uno Sherlock Holmes o la regina Cleopatra e dalla velocità delle sue partite… dei presupposti davvero insufficienti per poter contare ulteriormente sul buon sviluppo di questo gioco che potrebbe al massimo andare a raccogliere le popolazioni di bannati temporanei dagli altri MOBA.
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Finiremo presto per annoiarci, costretti nella scelta delle solite combinazioni e costernati dalla vista di un Achille che non è altro che la brutta copia del più conosciuto Pantheon, oppure di Blackbeard, parente assai vicino del più originale Gangplank.
Nonostante ciò, la speranza è come sempre l’ultima a morire. Il tempo è tiranno ma Crytek dovrebbe osare, cercando di mettere a disposizione dei giocatori delle mappe originali, basandosi comunque su questo stile di gioco abbastanza atipico, veloce e semplificato.

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