Arriverà il momento in cui non dovremo neanche più parlare con il telefono? A quanto pare sì: sta arrivando lo smartphone che si controlla con il pensiero.
Quello che gli scrittori e i registi hanno immaginato qualche decennio fa sarebbe stato il nostro futuro, per alcuni aspetti si sta effettivamente realizzando.
Basti pensare ai progressi tecnologici che ci hanno dato smartphone sempre più sottili, con schermi touch e con la possibilità di essere controllati semplicemente parlando in un linguaggio che è né più né meno quello che utilizziamo con gli altri esseri umani.
Ma c’è tutta una parte di tecnologia che ancora dobbiamo vedere in azione. Oltre alle macchine volanti che renderanno più facile il traffico delle nostre città congestionate, sarebbe interessante vedere qualcuno controllare lo smartphone solo con il pensiero, ed è proprio questo quello che forse vedremo arrivare in un futuro che non sarà neanche troppo lontano.
Tra non molto lo smartphone si controllerà con il pensiero
Ogni volta che compiamo un’azione o ogni volta che parliamo, in realtà quello che succede è che un impulso parte dal cervello e raggiunge un arto oppure una parte del corpo.
Tutto viaggia su collegamenti che avvengono istantaneamente e che possono essere anche registrati con strumenti come, per esempio, un elettroencefalografo, che è in grado di trasformare l’attività del cervello in onde, ovvero in un tracciato che è il classico elettroencefalogramma.
Qualcuno sta provando a trasformare queste onde in una nuova forma di controllo per gli smartphone. Potremmo tra non molto quindi vedere un cellulare che fa quello che vuole il suo proprietario senza che questo debba neanche avvicinarsi alla tastiera.
In realtà non si tratta di un modo per raggiungere il futuro dei film di fantascienza, quanto di un modo per permettere, per esempio, alle persone con disabilità grave di poter controllare i propri dispositivi in una maniera più fluida e naturale.
A portare avanti questo esperimento è Apple, che ha deciso di unirsi con la società Synchron, specializzata in interfacce in grado di mettere in comunicazione il cervello umano e i computer.
Con impianti cerebrali e le giuste interfacce quello che succede è che i dispositivi, per esempio gli smartphone ma anche i visori per la realtà virtuale, vengono convinti a eseguire il comando che gli viene chiesto, perché questo viene tradotto in un segnale che, gli viene detto, arriva da un mouse (anche se non bello come questo!)
Una spiegazione decisamente affascinante per qualcosa che davvero sembra impossibile anche solo da immaginare, ma che invece potrebbe diventare realtà molto presto.
Abbiamo avuto, anche nel passato piuttosto recente, il visionario Elon Musk cercare di convincerci che un domani avremo tutti un impianto per gestire le nostre cose con il pensiero, ma l’idea che invece venga utilizzata la tecnologia per ridare autonomia a chi purtroppo, a causa di un incidente o per una patologia, non ha più il controllo di parte del proprio corpo, secondo noi è la strada da seguire.