Assassin’s Creed IV: Black Flag

Dire che il terzo episodio della saga di Assassin’s Creed abbia entusiasmato il pubblico all’unanimità sarebbe affermare una mezza verità. O, se preferite, una mezza bugia. Il titolo Ubisoft, atteso da milioni di giocatori come la prima vera evoluzione del franchise dopo le innovazioni del pluripremiato Assassin’s Creed III, si è rivelato infatti un gioco dalla personalità bipolare: da una parte portatore di tante nuove idee (invero anche piuttosto interessanti), dall’altra un prodotto con delle palesi debolezze di fondo che ne hanno minato le fondamenta. L’incompletezza dell’opera necessitava dunque di un seguito capace di resistere alla possibilità di cadere in un’ennesima (e, forse, a quel punto fatale) crisi d’identità. Assassin’s Creed IV: Black Flag va a inserirsi nell’articolato universo culturale della serie in un posto ben definito, diventando, quasi a sorpresa, la summa più autentica ed esemplare di tutto ciò che Assassin’s Creed è stato e che oggi è.
Black Flag 4

Il plot del titolo è vivace, ben ritmato, colpisce fin da subito per la scaltrezza con cui riesce a dilatarsi nel tempo senza abbassare i toni delle sue aspettative.

In effetti, definire Black Flag un nuovo e diverso Assassin’s Creed è scorretto: l’impianto di gioco del predecessore, infatti, è stato trasportato di peso in Black Flag in maniera piuttosto pedissequa, senza lasciare spazi a fronzoli o sperimentazioni azzardate.

Tuttavia, al contrario dell’epopea americana di Connor, tutto quello che troverete nell’avventura del capitano Edward Kenway rappresenta la ribalta non solo di un periodo storico mai abbastanza omaggiato da parte del Videogioco (Monkey Island vi dice qualcosa o dobbiamo venire a prendervi?!?), ma anche il giusto riconoscimento ai nuovi ed enormi investimenti produttivi del team franco-canadese messi in campo dopo la prima apparizione di Ezio Auditore nel 2009. Non bisogna però cadere nell’errore madornale di definire Black Flag una produzione per così dire “comoda” (qualcuno ha detto Pirati dei Caraibi?); semmai, sarebbe opportuno e doveroso elogiare il gioco nel saper esaltare un’ambientazione già di per sé capace di vincere a mani basse e, forse ancora di più, una narrazione che convince e compiace per tutta la sua generosa durata. Il plot del titolo è infatti vivace, ben ritmato, colpisce fin da subito per la scaltrezza con cui riesce a dilatarsi nel tempo senza abbassare i toni delle sue aspettative, ed  è conturbante nel saper ammaliare il giocatore col fascino seducente dei tanti protagonisti  e comprimari di peso (Barbanera su tutti) di cui è composto nel suo stratificato insieme. Dal punto di vista narrativo, insomma, Assassin’s Creed IV: Black Flag supera l’esame a pieni voti, collocandosi addirittura tra gli episodi più riusciti dell’intera serie, grazie anche a una trama molto intricata che porterà alla rivalutazione delle proprie supposizioni personali più e più volte.

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Black Flag 2

Quello che a prima vista non convince appieno sembra essere invece il puro e semplice gameplay. Ma se non vi è dubbio che Black Flag non aggiunge nulla di realmente nuovo ai meccanismi oliati della serie, è anche vero che il modo con cui il gioco permette di porsi nei confronti dell’esperienza non ha precedenti nel passato. Abbandonate le tediose sequenze di Assassin’s Creed III, quel fare lento e macchinoso con cui venivano lasciate al giocatore le sue scelte nel gioco, ci si trova ora davanti a un gioco che non ammette cali di adrenalina; tutto diventa più immediato, veloce, frenetico, spettacolare. Che ci si trovi per terra o per mare ogni azione conclusa ne innesca in rapida sequenza una nuova lasciando da parte i tanti tabù che si percepivano nella gigantesca quanto vuota frontiera americana.

Abbandonate le tediose sequenze di Assassin’s Creed III, quel fare lento e macchinoso con cui venivano lasciate al giocatore le sue scelte nel gioco.

Il quarto episodio della saga di Ubisoft mette in scena, insomma, tutto ciò che sembrava a tratti mancare in Assassin’s Creed III. I fan non potranno che adorarlo, ma anche i neofiti della serie saranno spinti a provarlo, trovando anche solo nel trailer del gioco una fortissima ragione per concedere un tentativo a una delle serie non a caso più popolari del mondo dei videogiochi. In effetti è bizzarro, ma questo capitolo esercita una specie di fascino magnetico sul giocatore: come Assassin’s Creed III tendeva a raffreddare gli animi col suo inizio lento e per alcuni demoralizzante, così Black Flag galvanizza, proiettandoci subito nel vivo dell’azione e dell’avventura. Sembra proprio che il colosso transalpino sia riuscito a individuare con scientifica precisione tutti i limiti del suo precedente lavoro, immaginando una rappresentazione credibile dell’epoca d’oro dei pirati che diverte e appaga proprio come ci si dovrebbe aspettare da una produzione di questa portata, che siamo sicuri farà nuovamente scuola nell’ambito della rievocazione interattiva della Storia.

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