Assassin’s Creed Rogue – la recensione

Non commettete il grave errore di sottovalutare Assassin’s Creed Rogue. Certo, la grandeur next gen di Assassin’s Creed Unity potrebbe distogliere la vostra attenzione, ma Rogue ha dalla sua una caratteristica che lo definisce: può agire in libertà. Scevro degli imponenti vincoli di un flagship title, Rogue può esplorare agilmente una dimensione narrativa altrimenti impossibile, in maniera già simile a quanto era già avvenuto con Liberation e l’affascinante Aveline. Il più grande punto di forza di Rogue è quindi, senza ombra di dubbio, la sua premessa narrativa. Per la prima volta, un intero episodio della serie vi permette di passare dall’altra parte della barricata, lasciandovi interpretare quello che per anni è stato il nemico per antonomasia: il templare. 
È bello vedere che, lavorando a un gioco destinato per forza di cose a rimanere nell’ombra del fratello maggiore, Unity, Ubisoft si sia divertita, andando a sfidare alcuni dei dogmi autoimposti della serie.
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Il più grande punto di forza di Rogue è quindi, senza ombra di dubbio, la sua premessa narrativa.

A livello narrativo il risultato è un episodio della serie fresco, innovativo, che gioca su convenzioni assodate e le ripropone in una veste nuova, dando un finale magistrale al setting americano. La storia di Shay Cormac, protagonista di Rogue, condivide la stessa cura nei dialoghi che abbiamo già avuto modo di apprezzare in Unity. Shay, un antieroe diviso tra due mondi, è un personaggio interessante e sfaccettato, e gli sceneggiatori hanno svolto un ottimo lavoro nel costruire il passaggio psicologico che lo porta a diventare da Assassino a Templare. Lasciandosi dietro, peraltro, non pochi problemi.

Nulla di nuovo sotto il sole anche per quanto riguarda il combattimento , che esce fuori da questo quadro come l’elemento più debole del pacchetto.

Il tormentato racconto del crollo morale di Cormac ricorda in più di un momento quello di altri analoghi personaggi crepuscolari, su tutti Big Boss di Metal Gear Solid, da cui Ubisoft ha sicuramente tratto più di un’ispirazione. Rogue inoltre ripropone quello che era lo spirito iniziale di Assassin’s Creed: ne emerge un affresco dei Templari non più come semplici cattivoni di turno, ma personaggi con una propria identità e motivazioni personali. Se amate le storie “del lato oscuro”, sicuramente gradirete anche questa visione innovativa del concept della serie, e fa un certo effetto uccidere i personaggi appartenenti all’ordine di cui avete sempre fatto. 
Degno di nota anche il periodo scelto: siamo tra il 1752 e il 1761, durante la Guerra dei Sette Anni, un momento pregno di eventi decisivi; l’intreccio proposto serve a colmare alcuni dei buchi narrativi rimasti insoluti con i precedenti giochi, e ad aprire la strada al setting francese di Unity. Per i fan della serie, Rogue è tutt’altro che un riempitivo, ma è piuttosto un fondamentale tassello per comprendere a fondo vicende già narrate.
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Il tormentato racconto del crollo morale di Cormac ricorda in più di un momento quello di altri analoghi personaggi crepuscolari, su tutti Big Boss di Metal Gear Solid.

Se Rogue osa nello storytelling, lo stesso non si può dire per l’impianto di gioco. Ma è giusto così: con Black Flag Ubisoft aveva consolidato una formula più che collaudata e, chiaramente, i designer hanno lavorato d’astuzia, riproponendo un gran numero di meccaniche già viste. Non tutti i mali vengono per nuocere, tuttavia: non dovendo sperimentare nel gameplay, i designer si sono potuti concentrare totalmente sulla creazione dei contenuti, dando forma a uno degli episodi della serie più grandi e completi, almeno per quanto riguarda la sua era old gen. 
A livello di meccaniche, Rogue è un compendio di tutte le migliori formule viste negli episodi più recenti della serie, più qualche gradita aggiunta. Tornano quindi le battaglie navali, che questa volta si spostano nei gelidi mari del Nord Atlantico; in Rogue potrete poi sfruttare l’ambientazione a vostro favore: distruggendo un iceberg, infatti, causerete un’onda che travolgerà le navi nemiche. Inoltre, i Templari hanno a disposizione delle tecnologie più avanzate per le battaglie navali, come una vera e propria mitragliatrice che vi permetterà di rispondere al fuoco in maniera esplosiva.

In Rogue siete voi il bersaglio degli Assassini, nemici silenziosi che vi possono uccidere senza che neanche ve ne accorgiate.

Sempre rimanendo nell’ambito dell’esplorazione marittima, come in Black Flag potrete immergervi e andare a saccheggiare i relitti. Poi, come in AC III, potrete esplorare un ampio territorio selvaggio, in questo caso le foreste alpine della Hudson River Valley. Come in Brotherhood, dovrete conquistare e far fiorire una città, New York; non c’è nulla di nuovo, badate bene, ma è la maniera in cui vengono interpolate tra di loro a far apparire il gioco fresco e impedire ogni momento di stanca. Forte di così tante meccaniche, infatti, Rogue è in grado di alternare continuamente stimoli e stili di gameplay sempre diversi, impedendo quindi il verificarsi di quella fastidiosa sensazione di ripetitività che in molti accusano alla serie.
AC Rogue 2
Nulla di nuovo sotto il sole anche per quanto riguarda il combattimento , che esce fuori da questo quadro come l’elemento più debole del pacchetto, riproponendo la solita meccanica basata sul tempismo, senza godere quindi degli upgrade ricevuti in Unity. Ci sono delle interessanti variazioni sul tema, comunque: Shay, essendo un Templare, non è limitato a usare pistole e spade, e può invece sfruttare dei trucchetti più sporchi, come delle granate che creano uno schermo di fumo.

I Templari hanno a disposizione delle tecnologie più avanzate per le battaglie navali, come una vera e propria mitragliatrice che vi permetterà di rispondere al fuoco in maniera esplosiva.

La cosa più interessante è come lo storytelling e il gameplay si intrecciano tra di loro: in Rogue siete voi il bersaglio degli Assassini, nemici silenziosi che vi possono uccidere senza che neanche ve ne accorgiate. Ciò introduce un nuovo focus nel combattimento, che vi costringerà a rimanere costantemente sul filo del rasoio e a controllare accuratamente le architetture circostanti. Se nei capitoli precedenti della saga le altezze erano le vostre migliore amiche, in Rogue dovrete stare attenti a ogni sporgenza, perché la morte potrebbe arrivare dall’alto in qualsiasi momento. Dovrete avere occhi e orecchie aperte, in ogni istante, ma vi garantiamo che uccidere un Assassino nascosto è uno dei momenti più appaganti e significativi dell’intera esperienza. 
Rogue, nel bene e nel male, è l’espressione ideale della formula di Assassin’s Creed: se non avete mai amato la serie, difficilmente questo episodio vi farà cambiare idea. Al contrario, se siete fan, Rogue è un’originale variazione sul tema che vi farà provare l’ebbrezza di appartenere al lato oscuro.

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