Per l’Assegno di inclusione nel 2025 arrivano importanti novità che riguardano la platea dei destinatari: alcuni stanno per non vederlo più. Ecco cosa devi sapere.
Tra le misure messe in campo dal governo per sostenere quelle persone e quelle famiglie che non sono economicamente stabili ci sono le misure specificamente pensate per sostituire quello che una volta si chiamava il reddito di cittadinanza.
Lo scopo finale del bonus non è cambiato: serve ancora a sostenere chi ha difficoltà, non per propria colpa, ad arrivare alla fine del mese. Ma sappiamo che sono cambiati i parametri per riceverlo.
E tra i tanti parametri ci sono quelli che non garantiscono di essere destinatari dell’assegno, ma che invece sono il motivo per cui l’assegno di inclusione non viene più inviato. Se ti trovi in queste situazioni preparati perché i soldi potrebbero smettere di arrivare anche subito.
Chi è escluso ora dall’assegno di inclusione?
Rispetto a quello che era il reddito di cittadinanza, il nuovo assegno di inclusione è una misura decisamente più limitata da una serie di paletti. Per essere idonei, occorre soddisfare requisiti economici. Per esempio avere un ISEE inferiore a 9.360 euro e chiaramente anche redditi bassi. Ci sono poi i requisiti familiari: presenza di minori, disabili, over 60 o persone seguite dai servizi sociali a causa di una condizione fisica.
La durata dell’assegno è poi organizzata per periodi di 18 mesi; se, superati i 18 mesi, ci si trova ancora in una condizione di difficoltà, c’è una pausa di un mese e poi si può avere un altro periodo di 18 mesi di sostegno.
Ma ci sono anche precise condizioni di esclusione. Per esempio, chi è destinatario di misure cautelari non può chiedere l’assegno di inclusione, così como chi è stato condannato per tutta una serie di reati nel corso degli ultimi dieci anni.
Siccome l’assegno è poi destinato alle famiglie, occorre che anche gli altri membri della famiglia per cui si fa richiesta dell’assegno di inclusione rispettino alcuni requisiti patrimoniali: non devono esserci auto superiori ai 1600 cc e moto sopra i 250 cc immatricolate nel corso degli ultimi tre anni.
L’unica eccezione è se questi mezzi di trasporto sono legati alle persone con disabilità. Ovviamente sono escluse le famiglie in cui uno dei componenti possiede navi, barche o aerei.
Da ultimo, occorre ricordare che l’assegno di inclusione non può essere richiesto se ci si è licenziati per propria scelta. In questo aspetto specifico c’è però un’eccezione che va conosciuta: se ricorre la giusta causa, può comunque essere richiesto l’assegno di inclusione. Attenzione anche alle misure di sostegno.
Anche l’aspetto legato al lavoro e al non lavoro deve valere non solo per chi fa richiesta dell’assegno di inclusione, ma anche per tutti i componenti della famiglia che possono lavorare.