Battlefield 4: Dragon’s Teeth – la recensione

Tutti gli appassionati di Battlefield ricorderanno i problemi che ebbe al lancio. Tuttavia, grazie a update e DLC successivi, al momento il gioco di DICE si regge in piedi con invidiabile forza. C’è da dire che, nonostante i problemi tecnici, finora gli update sono stati solidi e convincenti, soprattutto perché ognuno di loro introduceva nuovi elementi di gameplay, rendendo l’offerta sempre più sfaccettata e interessante.
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Oltre alle mappe, il pacchetto si compone anche di nuove interessanti aggiunte. Su tutte, il robottino, che permette di andare alla ricerca degli esplosivi dei nemici senza rischiare in prima persona.

Si colloca in questa scia positiva anche Dragon’s Teeth, nuovo DLC che aggiunge quattro nuove mappe. Questa volta l’accento è posto sulla fanteria ma, invece di limitarsi ad aggiungere dei pezzi scollegati tra di loro, la new entry si inserisce con precisione in un grande mosaico che sembra essere stato pensato a priori. DICE approfitta di ogni DLC per ingrandire l’esperienza Battlefield, in questo caso tramite l’aggiunta della modalità Chainlink. Si tratta di una formula già collaudata: lo scopo della squadra è di conquistare diversi avamposti dislocati lungo la mappa; il twist, tuttavia, consiste nel fatto che dovrete seguire un preciso ordine: l’idea strategica dietro questa modalità è che più punti in sequenza controllate, più si esauriranno velocemente i ticket della squadra avversaria. A differenza di quanto avviene nella più canonica Conquest, qui dovrete ragionare in maniera molto attenta sui vostri spostamenti attraverso la mappa, riflettendo su quale sia il percorso migliore per conquistare nuovi avamposti e, nel frattempo, rubare quelli dei vostri nemici. Il numero limitato di partecipanti, 12 contro 12, permette inoltre a ogni membro della squadra di poter fare la differenza.
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DICE approfitta di ogni DLC per ingrandire l’esperienza Battlefield, in questo caso tramite l’aggiunta della modalità Chainlink.

Come ormai da tradizione di Battlefield, il level design è pensato per adattarsi a ogni tipo di mappa, offrendo una conformazione geografica che cambia la sua valenza in base al gameplay che ospita. La prima mappa contenuta all’interno del DLC è Propaganda. Ambientata su una radura innevata, è essenzialmente perfetta per ospitare Chainlink.: prendere il nemico ai fianchi è infatti cruciale in questa modalità, dal momento che i punti da controllare saranno sempre troppi. Propaganda risponde a questa necessità con una struttura che coniuga una strada lineare con diverse vie alternative, questo vorrà anche dire che non si creeranno situazioni di stallo, con corridoi dove la morte è assicurata, ma al contrario potrete sgattaiolare tra le linee nemiche passando inosservati.
La struttura di Pearl Market è decisamente più interessante: si tratta di una vera e propria giungla urbana, che si sviluppa tanto in verticale, con edifici altissimi, tanto in profondità, grazie alla serie di intricati passaggi che compongono le vie inferiori.
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Questo significa che, di conseguenza, chi conquista gli avamposti superiori può dominare in maniera praticamente incontrastata su chi si trova al di sotto. La costruzione di questa mappa la rende anche un parco giochi ideale per Cattura la bandiera: le strade del Market infatti sembrano essere perfette per infiltrarsi mentre i vostri avversari, dall’alto, cercano di arrestare la vostra avanzata. Ma naturalmente non parleremmo davvero di Battlefield se non parlassimo anche della cosiddetta levolution, la distruzione dei livelli. Pearl Market ha infatti un ampio grado di distruttibilità che, nell’economia della mappa, si rivela essenziale. Potrete per esempio distruggere i punti di accesso alla parte verticale dell’arena, privando i vostri nemici di un cruciale elemento tattico. O, al contrario, se siete già riusciti a dominare i piani alti potrete creare dei ponti tra un tetto e l’altro, in modo tale da favorire i vostri spostamenti e dominare la squadra avversaria.

Come ormai da tradizione di Battlefield, il level design è pensato per adattarsi a ogni tipo di mappa, offrendo una conformazione geografica che cambia la sua valenza in base al gameplay che ospita.

Lumphini Garden va ad aumentare ulteriormente la varietà del pacchetto. Si tratta di un’area ad ampio respiro, caratterizzata da un imponente ponte centrale, che fungerà anche da sorta di budello dove si svolgeranno la maggior parte degli scontri a fuoco; questo avviene soprattutto in modalità Conquest, dal momento che sarà l’unica via di accesso ai punti di controllo. Ma Lumphini è anche un ottimo banco di prova per quanto riguarda la capacità di DICE di creare mappe che possono essere modificate in tempo reale dagli utenti: è infatti possibile azionare delle leve che regolano la pressione dell’acqua. In questo modo, una torre di raffreddamento crollerà, schiantandosi contro un sottopassaggio. Qual è il vantaggio tattico? Non lo sappiamo dire con precisione, ma è sicuramente un bello spettacolo.
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Sempre di bellezza si parla anche nel caso di Sunken Dragon, un vero e proprio dedalo urbano, imperniato intorno a un ristorante. La cosa più memorabile di questa mappa è come si evolve in maniera dinamica: se uno dei giocatori riesce ad accedere infatti ai controlli della diga, è possibile inondare tutto il livello, con delle radicali trasformazioni a livello di gameplay. Ed ecco quindi che, invece di spostarvi a piedi, potrete muovervi a bordo di jetski, con le ovvie implicazioni a livello tattico.
Oltre alle mappe, il pacchetto si compone anche di nuove interessanti aggiunte. Su tutte, il robottino, che permette di andare alla ricerca degli esplosivi dei nemici senza rischiare in prima persona.
DICE si riconferma come una delle compagnie più brave nel viziare i suoi utenti. Un pacchetto sostanzioso e significativo, che introduce un grande valore aggiunto nell’offerta di Battlefield 4.

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