Bladestorm: Nightmare – la recensione

Sulla carta, Bladestorm: Nightmare ha una caratteristica che lo rende diverso da ogni altro gioco: è ambientato durante la Guerra dei Cent’anni. Ma il titolo di Tecmo Koei non ambisce certo a darvi una lezione di storia, reinventando piuttosto il tutto a modo suo, dando una visione fantasy con una spruzzata anime del lunghissimo conflitto storico. La premessa sarebbe stata senza dubbio interessante, anche perché, a differenza dei musou tradizionali, Bladestorm: Nightmare è basato su un setting molto vicino a noi europei. Tuttavia, è la realizzazione a lasciare parecchio a desiderare, dal momento che non introduce elementi di gameplay originali basati sull’ambientazione, e si limita a riproporre l’ormai più che abusata formula della serie Dynasty Warriors. Il gioco non è interamente nuovo: all’interno del pacchetto è presente infatti il titolo originale, uscito nel 2007 e rimasterizzato, con nuove feature ad accompagnarlo per allinearlo con il sequel, che costituisce il cuore di Nightmare. La quantità di contenuti è uno dei punti a favore di Bladestorm: Nightmare, la cui durata si attesta intorno alle 30 ore.
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A differenza dei musou tradizionali, Bladestorm: Nightmare è basato su un setting molto vicino a noi europei.

Il vero problema, tuttavia, è insito nella natura più profonda dei musou, che tende a essere davvero troppo ripetitiva. Sarete chiamati a creare un mercenario grazie a un editor dei personaggi, che dovrà guidare delle truppe specializzate (composte da spadaccini, lancieri, arcieri etc.), che dovrete guidare all’interno della lotta tra gli inglesi e i francesi; l’impianto non si distacca minimamente dalla serie Warriors: dovrete come al solito muovervi da una base all’altra, falciando decine di nemici, fino a che non apparirà il loro comandante. Una volta che lo avrete sconfitto, fiaccherete le resistenze della fazione nemica, e in questo modo potrete procedere più agilmente con il resto della mappa, fino a conseguire l’obiettivo principale. A questo schema, in verità molto semplice, Bladestorm: Nightmare aggiunge un elemento RTS che, sulla carta, permetterebbe di avere un controllo più ampio sulle vostre forze.

Bladestorm: Nightmare è un gioco estremamente autoreferenziale, che non aggiunge nulla di nuovo al genere dei musou.

In maniera simile a Total War, in queste sezioni non comanderete soltanto un lottatore, ma un intero plotone; non ci sono, tuttavia, grandi differenze rispetto al gameplay tradizionale dei musou: la profondità strategica è pressoché nulla e, anche in questo caso, tutto quello che vi sarà chiesto è sconfiggere dei nemici in sequenza, premendo un solo bottone. Ci sono delle opzioni che dovrebbero tornarvi utili, come per esempio delle mosse speciali, che hanno tuttavia dei tempi di ricarica, impedendovi quindi di spammarle a ripetizione; potrete anche collaborare con un mercenario, che potrete trovare online o alternandovi al comando del pad. Tuttavia, nonostante queste opzioni siano presenti in gran numero (creando non poca confusione nel giocatore) risultano, all’atto pratico, irrilevanti, con il gioco che finisce vittima della sua stessa immediatezza.
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Per rendere le cose più interessanti è stato inserito anche un sistema di debolezze e resistenze, alla maniera dei Pokémon, con alcune armi che sono più efficaci su alcune squadre rispetto ad altre. Ma, anche in questo caso, avrete problemi soltanto quando vi troverete ai livelli più bassi, anche perché la maggior parte delle volte basterà tornare alla base e fare rifornimento di uomini. E, in tutto questo, non aiuta certo il livello dell’IA, praticamente un fantoccio alla vostra mercé. L’unico vero ostacolo è il tempo, ma davvero può essere divertente un gioco in cui tutto quello che vi è richiesto è pigiare i tasti più velocemente possibile? Il gameplay rimane sostanzialmente invariato anche nel sequel, Nightmare, dove però sono state introdotte delle creature mitologiche come draghi e goblin.

La quantità di contenuti è uno dei punti a favore di Bladestorm: Nightmare, la cui durata si attesta intorno alle 30 ore.

Se non altro, Bladestorm: Nightmare è adatto per i maniaci della personalizzazione, in questo caso fine a se stessa. All’interno della taverna, che fungerà da base delle operazioni, potrete far salire di livello le statistiche dei personaggi, e gestire dei poteri speciali; anche in questo caso, tuttavia, Bladestorm: Nightmare ci mette di fronte a un’inutile complessità, dal momento che per avere la meglio sui nemici del gioco basterà concentrarsi sui valori di attacco e difesa.
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Riuscirà la storia a salvare tutto questo? La risposta è semplicemente: no. Si trovano tanti personaggi storici, rivisitati in maniera pittoresca (su tutti, Giovanna d’Arco), ma al di là di intriganti scaramucce non troverete nulla che valga la pena di essere seguito; se siete amanti delle assurdità, la componente fantasy innestata alla storia reale può fare per voi, per quanto sia francamente per palati forti. Non aiuta che la componente narrativa sia totalmente slegata dal gameplay, privando di ogni peso le vostre azioni.
In definitiva, Bladestorm: Nightmare è un gioco estremamente autoreferenziale, che non aggiunge nulla di nuovo al genere dei musou, e non riesce a costruirsi un’identità propria. Da giocare per dovere di completezza se siete appassionati del genere, oltremodo trascurabile per tutti gli altri.

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