Borderlands: The Pre-Sequel! – la recensione

Se si potesse definire Borderland: The Pre-Sequel! con una sola frase, quella più calzante sarebbe sicuramente “more of the same”. Tante cose note che fanno ritorno per la gioia dei fan di vecchia data, qualche trovata degna di nota… ma il titolo non rivoluziona né migliora quanto già presentato in passato. Ad ogni modo, non è né il primo né l’ultimo gioco che si macchia di questa “colpa”, e ciò non significa necessariamente che non riesca a intrattenere il giocatore.
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Borderland: The Pre-Sequel! si concentra sull’antagonista del secondo capitolo, raccontando quale percorso lo abbia portato a diventare l’avversario sadico che i giocatori hanno conosciuto in Borderlands 2.

The Pre-Sequel, come fa presagire il titolo, si pone poco prima degli avvenimenti del secondo Borderlands, e si concentra sull’antagonista del secondo capitolo, raccontando quale percorso lo abbia portato a diventare l’avversario sadico che i giocatori hanno conosciuto in Borderlands 2.
Nonostante la componente narrativa non sia l’elemento centrale della serie, più incentrata sull’azione frenetica, è comunque apprezzabile come si sia cercato di dare una profondità al personaggio di Jack senza cadere eccessivamente nel banale, rimanendo sempre ancorati allo stile che ha reso noti i precedenti capitoli. A essere onesti, se paragonata al resto la trama è comunque l’anello debole di questo episodio, e ciò che tiene in piedi la baracca in termini di narrazione è più il cast che l’intreccio vero e proprio.
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Una delle innovazioni apportate nel gioco è la cosiddetta gravità ridotta (dopotutto  è ambientato su Elpis, la luna di Pandora), che introduce un nuovo modo di approcciarsi alle battaglie

Per quanto riguarda l’azione frenetica di cui sopra, non si sono fatti eccessivi stravolgimenti, sono state introdotte alcune nuove meccaniche che cercano di dare una rinfrescata al concept, ma come già detto non si parla di nulla di rivoluzionario. Una di queste innovazioni è la cosiddetta gravità ridotta (dopotutto il gioco è ambientato su Elpis, la luna di Pandora), che introduce un nuovo modo di approcciarsi alle battaglie, sia dal punto di vista per così dire tattico (molto più comodo avere una visuale dall’alto del campo di battaglia per prendere di mira gli avversari) sia per quanto riguarda l’offensiva vera e propria, visto che potrete gettarvi sui vostri avversari infliggendo numerosi danni. Inoltre, in questo episodio dovrete anche destreggiarvi con le riserve di ossigeno, che saranno ovviamente cruciali per quanto riguarda la vostra sopravvivenza e non solo. Per vostra fortuna non dovrete fare mai eccessiva fatica a procurarvi una scorta adeguata, ma può rivelarsi una necessità seccante a cui far fronte nel caso vogliate indugiare un po’di più nell’esplorazione degli ambienti.
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La riserva limitata di ossigeno può rivelarsi una necessità seccante a cui far fronte nel caso vogliate indugiare un po’di più nell’esplorazione degli ambienti.

Per quanto riguarda l’azione vera e propria, si tratta dell’esperienza movimentata e chiassosa che i giocatori hanno avuto modo di provare in passato, con pregi e difetti del caso: orde di nemici, sparatorie, loot a profusione. Forse anche troppo, tanto da essere percepito più come un elemento di disturbo nel flusso dell’azione che un meritato premio di battaglia. Quantomeno, sono stati aggiunti dei nuovi pezzi d’equipaggiamento, come il raggio congelante in grado di rallentare i nemici, anche se tutto ciò da solo non basta a dare una rinfrescata all’arsenale.
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Il titolo, inoltre, non è esente da difetti estetici più o meno notevoli che non vanno certo a favore dell’economia generale dell’esperienza di gioco.

Un’altra leggera ventata di aria fresca è rappresentata dalle classi selezionabili, ispirate da alcuni personaggi apparsi nei precedenti episodi, sufficientemente ben strutturate e adatte a precisi stili di gioco, che riescono a risultare divertenti da giocare nonostante qualche incertezza nel bilanciamento delle stesse.
A rafforzare la costruzione dei personaggi ci pensa anche un’interessante gestione delle abilità, curiose e divertenti ai fini della personalizzazione. Per quanto riguarda la giocabilità, uno dei difetti più grossi di questo Pre-Sequel! è la ripetitività delle sidequest, che danno fin troppo spesso l’idea di essere inutilmente tirate per le lunghe oltre che sgradevolmente prevedibili.
Il titolo, inoltre, non è esente da difetti estetici più o meno notevoli che non vanno certo a favore dell’economia generale dell’esperienza di gioco. The Pre-Sequel sembra infatti meno piacevole da vedere dei suoi predecessori, con qualche incertezza di troppo nella fluidità dell’azione e una scarsa varietà delle ambientazioni che presto finiscono col risultare monotone e poco interessanti.
In definitiva, Borderlands: The Pre-Sequel! è esattamente quel “more of the same” di cui si è parlato all’inizio. Tiene fede a tutto ciò che ha reso famosa la serie, omaggia i suoi fan con un po’ di sano fan service, aggiunge qualche trovata più o meno buona qua e là, ma non stravolge niente, anzi, talvolta pecca anche un po’ sul fronte tecnico e artistico. Non esattamente un must have, ma resta un buon diversivo per ammazzare il tempo in attesa di un seguito vero e proprio.

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