Brothers: A Tale of Two Sons – la recensione

Tra le uscite di questa calda estate si annovera un piccolo tesoro del passato, riproposto grazie all’edizione tirata a lucido per console next-gen. È la tenera storia di due fratelli che si mettono in viaggio per trovare l’unica cura possibile alla malattia del padre, un cammino che li porterà a destreggiarsi tra mille peripezie. Brothers: A Tale of Two Sons, gioiellino indie uscito nel 2013, ha effettuato il salto generazionale ed è ora disponibile per PlayStation 4 e Xbox One. Si tratta sostanzialmente dello stesso gioco di due anni fa, che si presenta con una risoluzione a 1080p e un framerate più elevato.
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La storia è profonda e il modo in cui viene rappresentato il rapporto tra i due fratelli, così amorevole, è superbo.

Starbreeze Studios ci trasporta in un’avventura in cui è possibile controllare appunto i due fratelli – già orfani di madre – contemporaneamente, ciascuno associato a uno stick analogico. In parole povere è come se il controller fosse stato diviso in due metà identiche: la sinistra utile “per muovere i fili” del fratello maggiore, la destra del minore (indispensabili i rispettivi grilletti dorsali per l’interazione con l’ambiente). Ciò si traduce in un’esperienza che, in termini di gameplay, è diversa da qualunque altra vissuta fino a oggi; certo, per via di questa mappatura particolare può capitare di avere piccoli problemi di controllo, perlopiù quando i due protagonisti passano ai lati opposti dello schermo, ma nel complesso le meccaniche funzionano molto bene. I puzzle sono nel complesso semplici, ma questa cooperazione costante è appagante e offre una progressione innovativa rispetto alla maggior parte dei giochi incentrati sulla co-op.
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Ciò si traduce in un’esperienza che, in termini di gameplay, è diversa da qualunque altra vissuta fino a oggi.

La storia è profonda e il modo in cui viene rappresentato il rapporto tra i due fratelli, così amorevole, è superbo; ma il fiore all’occhiello è senza dubbio una direzione artistica di prim’ordine, che tende a sublimare le ambientazioni. Sebbene Brothers: A Tale of Two Sons sarebbe stato ancora più godibile se avesse ricevuto una rivisitazione capace di andare oltre il semplice restyling (il remaster si limita infatti a smussare gli spigoli, oltre che a migliorare la risoluzione), il titolo è ancora uno schianto.

Sono diverse le azioni che potranno essere svolte e ognuno dei due personaggi potrà contare sulle proprie qualità fisiche.

Le vaste location da esplorare danno sfoggio di un mondo fantasy riprodotto grazie all’utilizzo impeccabile di Unreal Engine 3, che per certi versi strizza l’occhio a quello di Fable: ma qui l’immaginario è più semplice, e la percezione di un’ambientazione fantastica non è data da strane creature (giganti a parte) o draghi sputa fuoco, quanto da quell’atmosfera onirica che abbiamo visto soltanto in titoli del calibro di Journey, o Ico. Proprio come le due esclusive Sony, infatti, Brothers è un’avventura breve ma incredibilmente significativa, che riesce a presentare la sua trama senza fare affidamento alle tradizionali forme di dialogo. I personaggi comunicano tra loro, certo, ma attraverso un linguaggio incomprensibile e senza senso, che non ci è dato capire; nonostante ciò saprete esattamente quello che cercheranno di dirvi ed entrerete facilmente in empatia con i due fratelli.
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Qualcuno potrebbe non essere contento nello scoprire che il gioco non supporta una modalità a due giocatori, nonostante sembri ideato apposta per questo. Tuttavia l’intento dello sviluppatore era proprio quello di controllare due personaggi contemporaneamente, proprio perché parte della difficoltà sta nel tentativo di far svolgere ai due fratelli diversi compiti nello stesso momento.

Brothers: A Tale of Two Sons è un gioco che mette alla prova la capacità del giocatore di comprendere le varie situazioni.

E sarà molto gratificante quando riuscirete nel vostro intento: il fratello maggiore si accingerà a tirare una leva mentre il minore distrarrà il nemico; oppure il più grande potrà sollevare il fratellino qualora dovesse raggiungere un’altura. Sono diverse le azioni che potranno essere svolte e ognuno dei due personaggi potrà contare sulle proprie qualità fisiche (il più grande sulla forza, il più piccolo sull’agilità). Peccato che persino quando si giunge alla fine della storia, i controlli non risultino così familiari e più di qualche volta vi potrebbe capitare di dovervi fermare per orientarvi.
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Qualcuno potrebbe non essere contento nello scoprire che il gioco non supporta una modalità a due giocatori, nonostante sembri ideato apposta per questo.

Brothers: A Tale of Two Sons è un gioco che mette alla prova la capacità del giocatore di comprendere le varie situazioni. Dopo aver spiegato brevemente i controlli, il titolo preferisce evitare tutorial di ogni sorta: il fratello maggiore vi permetterà di ritrovare la giusta via qualora vi foste persi, ma per il resto sarete voi a dover capire come andare avanti. E questo è fantastico.
La durata complessiva è di 3-4 ore e, come abbiamo detto, non sono stati apportati grandi cambiamenti alla versione next-gen (a parte la colonna sonora completa e il videodiario del game director inclusi), ecco perché qualcuno potrebbe criticare il prezzo. La versione per PlayStation 4 e Xbox One costa infatti 19,99 €, ovvero ben 5 € in più rispetto al gioco uscito due anni fa. Naturalmente, nel caso in cui non abbiate avuto modo di giocarlo a suo tempo, questa è l’occasione giusta per vivere la storia narrata da Starbreeze: sia perché il titolo vale la pena di essere (ri)giocato, sia perché la nuova edizione è sicuramente il modo migliore per provarla.

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