Destiny – hands on E3

Come id Software, c’è qualcosa che rende diversi da tutti gli altri gli sparatutto di Bungie. È un livello di attenzione e costruzione dietro ogni singolo momento di gioco che rende lo studio uno dei pochi davvero capaci di cambiare le carte in regola del genere. E fidatevi, ve lo dice uno che li segue dai tempi di Marathon e Myth, rispettivamente uno sparatutto in prima persona e uno strategico in tempo reale per Mac, che già negli anni ’90 dimostravano come i ragazzi di Bungie avessero un talento innato per creare giochi in grado di fare davvero la differenza. Tutti gli altri non possono che rimanere indietro, guardare, e tentare di emulare.
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Bungie si dimostra ancora una volta maestra nell’elaborare non mondi, ma universi, con un’attenzione per il dettaglio insuperabile.

La sessione giocata ci permetteva di affrontare un cosiddetto “strike”, missioni da 30 minuti suddivise in diversi momenti. Lo scopo generale della missione era respingere alcune di alieni, dotati di abilità peculiari, come la possibilità di evocare uno scudo e teletrasportarsi. Chi mi conosce sa che non sono un grande amante del gioco online, e fortunatamente Bungie è riuscita a non far pesare assolutamente la necessità di giocare con altre persone. Destiny rimane un gioco dall’anima fondamentalmente single player, con la stessa attenzione e cura narrativa di Halo. La componente multiplayer è perfettamente integrata senza soluzione di continuità, quanto basta per rendere più interessante e vivo il mondo di gioco ma mai invadente per chi vuole godersi un’esperienza solitaria.
La sensazione che si prova sparando e usando i veicoli è semplicemente esaltante. C’è qualcosa nei controlli, nella loro assoluta precisione, solidità e fisicità, che permette di riconoscere la mano di Bungie anche se fossimo all’oscuro dell’identità di chi ha creato il gioco.
Destiny è, lo posso dire senza timore, un capolavoro annunciato. Bungie si dimostra ancora una volta maestra nell’elaborare non mondi, ma universi, con un’attenzione per il dettaglio insuperabile. Si vede, giocando a Destiny, che siamo di fronte a un gioco creato dalle stesse persone che hanno dato la vita a un personaggio immortale come Master Chief, e anche nell’ultima fatica di Bungie scorre la stessa capacità di creare atmosfere, eroi e avversari indimenticabili. Al confronto, tutto il resto sembra essere piatto e generico.
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