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Dr. Luigi

Nintendo, negli ultimi anni, ci ha abituato a omaggi di varia natura in occasione dei “compleanni” dei suoi brand più famosi. Dopo aver celebrato il quarto di secolo prima di Mario nel 2010 e poi della saga di Zelda nel 2011, la Grande N continua i festeggiamenti per tutto il 2013 dedicando le sue attenzioni all’idraulico dal cappello verde, e inaugurando di fatto il cosiddetto “Anno di Luigi”. Il gioco analizzato in questa sede, dunque, altro non è che l’ultimo degli omaggi dedicati al timido fratello magro di Mario in occasione del suo trentesimo compleanno. Ma veniamo al punto. Che tipo di gioco è Dr. Luigi? Probabilmente il nome farà suonare più di qualche campanello nella testa dei giocatori di vecchia data, i quali ricorderanno sicuramente un certo Dr. Mario, puzzle game uscito per la prima volta nel 1990 su NES e successivamente riproposto a più mandate anche per le altre piattaforme, portatili e non, che gli sono succedute. Per chi se lo fosse perso, il gioco consisteva nell’eliminare i virus presenti all’interno della schermata a forma di bottiglietta tramite la formazione di file di quattro mattoncini (virus compreso) dello stesso colore a forma di pillola. In breve, una variante del Tetris in salsa medica.

Dr. Luigi a conti fatti non è un gioco malvagio, può sicuramente offrire qualche sano momento di svago senza doversi necessariamente arrovellare con difficoltà proibitive e meccaniche astruse.

Dr. Luigi, a distanza di ventitré anni, fa esattamente la stessa cosa, con l’aggiunta di qualche piccola variante e una veste grafica completamente rinnovata (e ci mancherebbe il contrario!). Parlando di ciò che lo contraddistingue dai titoli che vedono Mario come medico di turno, Dr. Luigi introduce una variante alla meccanica appena descritta: la cosiddetta “Operazione L”, una modalità in cui le pillole invece di essere formate da due mini sezioni colorate come di consueto, sono costituite da quattro mini sezioni disposte, per l’appunto, a L. Per dirla in altri termini, invece della normale pastiglietta “lunga”, immaginatene due disposte a formare il pezzo a L del Tetris. In realtà è molto più contorto descriverle che usarle nel gioco vero e proprio, perché all’atto pratico non alterano drasticamente il concetto originale o il grado di sfida, anzi, dal momento che queste nuove medicine contengono tre parti dello stesso colore, in un certo senso facilitano l’opera di rimozione. Si tratta, come già detto, più di un piccolo omaggio al festeggiato che di altro.

Nella seconda nuova modalità introdotta, chiamata Sterminavirus, ci si potrà dedicare a sterminare gli sgradevoli esserini tramite i controlli touchscreen del GamePad, invece di usare i tradizionali pulsanti. Anche in questo caso non si tratta di un’aggiunta così sostanziosa come potrebbe apparire, dato che la stessa cosa probabilmente poteva essere fatta aggiungendo qualche opzione in più al momento della scelta del controller. L’unica vera variante che differenzia Sterminavirus dagli altri sistemi di gioco è che, dopo un certo punto, si dovranno gestire più pillole a schermo contemporaneamente, ma di nuovo, forse non c’era bisogno tanto di una modalità a parte quanto di un menu delle opzioni più ricco. Oltre a quanto appena descritto, esistono anche le modalità esplicitamente dedicate al multiplayer fra cui l’ormai irrinunciabile scontro online, manca la modalità a 3 o 4 giocatori vista nel precedente Dr. Mario Online RX.

È un titolo che a conti fatti si fonda su concept sempreverdi che riescono a divertire anche a distanza di parecchi anni.

Come valutare quindi questo Dr. Luigi? A conti fatti, non è un gioco malvagio, può sicuramente offrire qualche sano momento di svago senza doversi necessariamente arrovellare con difficoltà proibitive e meccaniche astruse. Di contro, per essere un titolo, per l’appunto, di svago, è decisamente troppo caro (circa 15 euro) per quello che offre, e proprio per questo motivo potrebbe paradossalmente allontanare una buona fetta dei potenziali interessati, che oggigiorno possono farsi una partita ugualmente appagante a uno dei tanti puzzle game che girano su smartphone e compagnia cantante a nemmeno un quarto del suo prezzo. In conclusione, duole un po’ constatare come quest’ultima opera dedica a Luigi per i suoi trent’anni di carriera sia un prodotto riuscito solo a metà: è un titolo che a conti fatti si fonda su concept sempreverdi che riescono a divertire anche a distanza di parecchi anni, tuttavia fallisce nell’impresa di distinguersi dai suoi illustri predecessori che hanno avuto come protagonista l’idraulico più famoso del mondo e, più in generale, dalla folta schiera di titoli mordi e fuggi a cui sembra strizzare l’occhio. Un destino amaro quello di Luigi che, ancora una volta, perfino alla fine della sua festa, rimane all’ombra del fratello vestito di rosso.

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