Dragon Age: Inquisition – la recensione

Immenso: non ci sono aggettivi che descrivono meglio l’ultimo capitolo della saga fantasy di BioWare. Dragon Age: Inquisition è un gioco incredibilmente ricco in termini di contenuti, ma non si tratta di quei contenuti, per così dire, “riempitivi”, che vengono aggiunti senza reale motivo. Tutto ciò che il titolo propone si traduce in un’esperienza di gioco coinvolgente e divertente, capace di accontentare non solo gli appassionati della saga, ma anche i fan dei giochi di ruolo più esigenti: dalle cacce ai mostri ai documenti da scoprire alle storie dei compagni da ascoltare, tutto si rivela essere di proporzioni enormi, ma soprattutto risulta sempre ben costruito.
La trama parte da dove si era concluso il secondo episodio, con i maghi in guerra contro i templari. Nonostante le misure prese per cercare di porre rimedio alla situazione alquanto spinosa, un incidente manda all’aria tutti i tentativi di conciliazione, in seguito al quale un’orda di creature demoniache tenta di invadere il mondo. Voi sarete gli unici superstiti di questo evento.
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Dragon Age: Inquisition è infarcito di testi e dialoghi massicci, ben scritti e colmi di riferimenti ai precedenti capitoli della saga.

Ma prima di immergervi completamente nell’incredibile esperienza open world offerta da BioWare, probabilmente starete un bel po’di tempo ad armeggiare con la creazione del personaggio. Potrete selezionare la razza e la classe di appartenenza, ma avrete anche un’incredibile libertà di scelta sulle caratteristiche fisiche che renderanno il vostro avatar unico. Non si tratta di scegliere solo l’acconciatura o il colore degli occhi, avrete la libertà di modificare la conformazione del vostro personaggio sin nei dettagli, scegliendone il tipo di pelle, l’intensità delle cicatrici, il colore dei tatuaggi facciali o la grandezza delle orecchie. Le opzioni sono davvero tante, e come potete immaginare è solo l’inizio. E la quantità di opzioni del menu di creazione del personaggio principale non è che un assaggio di ciò che vi aspetta nel corso dell’avventura vera e propria.

Dragon Age: Inquisition è un gioco incredibilmente ricco in termini di contenuti.

Le zone esplorabili sono immense (oltre che bellissime da vedere), e difficilmente avanzerete a lungo senza trovare nulla da fare o qualche nemico da affrontare. Ecco, i combattimenti sono probabilmente una delle cose che tengono maggiormente con il fiato sospeso i fan che attendono il verdetto su questo nuovo capitolo di Dragon Age, pertanto, vale la pena soffermarcisi un po’di più.
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Gli avversari sanno essere molto pericolosi, e un attacco mal calcolato contro uno di loro può avere conseguenze notevoli sull’esito dello scontro.

Inquisition prende una strada personale per quanto riguarda questo aspetto, cercando di venire incontro a chi ama i combattimenti in real-time senza però abbandonare del tutto l’approccio strategico, tanto che è stata reintrodotta una visuale dall’alto che permette di gestire al meglio le unità alleate mettendo momentaneamente in pausa lo scontro. In realtà questa opzione non si rivela sempre comodissima, anche a causa della natura degli ambienti che costituiscono il campo di battaglia, ma almeno va detto che l’intelligenza artificiale alleata se la cava piuttosto bene. Meno male, perché gli avversari sanno essere molto pericolosi, e un attacco mal calcolato contro uno di loro può avere conseguenze notevoli sull’esito dello scontro. Oltretutto, sono stati fortemente limitati gli incantesimi curativi e, soprattutto all’inizio, sarete costretti a dosare bene forza e risorse sul lungo periodo. Purtroppo c’è qualche sbavatura per quanto riguarda la gestione delle armi durante le battaglie, visto che il sistema di gioco non consente di cambiare equipaggiamento “al volo” nel caso la situazione lo richieda.
Ciò si ripercuote in parte sull’apprendimento delle abilità, dato che con queste premesse sarete probabilmente più inclini a specializzarvi in un’arma piuttosto che a provare tutto ciò che è a vostra disposizione. Anche l’inventario lascia un po’ a desiderare, e in più di qualche occasione vi ritroverete a desiderare più spazio per conservare i vostri averi.
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Potrete selezionare la razza e la classe di appartenenza, ma avrete anche un’incredibile libertà di scelta sulle caratteristiche fisiche che renderanno il vostro avatar unico.

Il gioco assume proporzioni incredibili anche in termini di narrativa, seppur non sia priva di qualche mancanza. Dragon Age: Inquisition è infarcito di testi e dialoghi massicci, ben scritti e colmi di riferimenti ai precedenti capitoli della saga. Può essere goduto come titolo a sé stante, ma è inutile ribadire quale valore aggiunto costituiscano gli infiniti riferimenti all’universo creato dal team canadese. Se non vi piacciono i giochi ricchi di testo vi consiglio di ponderare attentamente il vostro potenziale acquisto, perché è un peccato non dargli la giusta attenzione, non solo per la cura del prodotto in sé, ma anche perché l’evolversi della vicenda sarà influenzata dalle vostre scelte. Anzi, se avete la possibilità di importare i salvataggi dei giochi precedenti vedrete come le vostre azioni precedenti verranno citate in alcuni eventi di Inquisition, senza però che questo limiti le vostre decisioni future. Del resto, in qualità di Inquisitore avrete l’onore e l’onere di scegliere e pianificare azioni diplomatiche, spedizioni belliche e molto altro. Insomma, il senso di “potere” è abbastanza palpabile, anche se non tutte le scelte che farete nel corso del gioco avranno lo stesso peso. A dirla tutta in realtà, anche la storia principale vera e propria non è quanto di più coinvolgente possa esistere, difetto in parte perdonabile vista la qualità complessiva del titolo e dal coinvolgimento regalato dalle numerose sottotrame di cui è infarcito.
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Inoltre, per non farsi mancare nulla, Inquisition è dotato di una modalità multiplayer ben strutturata, che si pone come una piacevole aggiunta all’avventura in singolo, per quanto non riteniamo che sarà mai in grado di scalzare realmente il fascino generato dall’imponenza della partita in solitaria. Sostanzialmente, comunque, si tratta di un multigiocatore di tipo cooperativo che prevede che un gruppo di quattro giocatori vaghi all’interno di dungeon caratterizzati dalla presenza randomica di nemici, con l’obiettivo di entrare in possesso di equipaggiamenti sempre più potenti e di livellare per far crescere gradualmente il proprio albero delle abilità.
Come già detto all’inizio, Dragon Age: Inquisition è un titolo sicuramente degno di nota e in grado di accontentare anche i fan più esigenti rimasti delusi dalle scelte operate da BioWare con l’ultimo capitolo della saga. È un gioco ambizioso, quantitativamente e qualitativamente notevole ma non privo di difetti anche se, fortunatamente, si tratta di mancanze con cui è facile convivere.

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