Playstation ha fatto e sta facendo investimenti importanti sui live service ma sembra che il mercato voglia tutt’altro: c’è un altro fallimento molto preoccupante.
Come sappiamo gli ultimi anni di Playstation sono riassumibili negli investimenti importanti fatti per la creazione di videogiochi live service. Dei prodotti che nella visione dei dirigenti di Sony, a partire dall’ormai uscito Jim Ryan e arrivando agli attuali vertici dell’azienda, dovrebbero permettere alla compagnia di abbassare di parecchio i costi e aumentare le entrate nel tempo. 
Come sappiamo questo incredibile piano si è scontrato con una realtà durissima. Tantissimi videogiochi sviluppati e pubblicati da Playstation di tipo live service hanno avuto una vita durissima e brevissima, quando sono nati. Concord è forse il caso più critico e famoso, ma anche il gioco multiplayer di The Last of Us che non è mai uscito riassume come la situazione sia complicata e molto critica.
Sembrava che dopo tutti questi durissimi colpi la compagnia avrebbe deciso di tornare sui giochi in single player, ma a quanto pare non è affatto così. E mentre Marathon e Firegame$ continuano a essere in una situazione difficile e tutta da gestire ecco che altre grandi aziende hanno provato a lanciare un live service e hanno fallito miseramente.
Il live service di Remedy fallisce miseramente
Come sappiamo Remedy, conosciuta per i suoi single player potenti e speciali, ha faticato a trovare un pubblico per FBC: Firebreak. Un live service FPS online lanciato lo scorso 17 giugno 2025 su PC e console. Lo sparatutto, che proprio come Alan Wake e Control fa parte dell’universo interconnesso dell’azienda, ha raggiunto 1 milione di giocatori in 10 giorni per poi man mano andarsi spegnendo. 
“Dal punto di vista commerciale, non siamo soddisfatti delle vendite di FBC: Firebreak nella fase di lancio. Finora, le prestazioni commerciali di FBC: Firebreak sono state in gran parte determinate dagli accordi di abbonamento ai servizi Xbox e PlayStation”, ha dichiarato l’azienda.
In una nota agli investitori, Remedy ha spiegato di aver abbassato le previsioni di vendita a lungo termine del gioco e di aver successivamente riconosciuto una svalutazione non monetaria di 14,9 milioni di euro (17,2 milioni di dollari).
Tale cifra rappresenta la maggior parte dei costi di sviluppo capitalizzati del titolo e dei diritti di pubblicazione e distribuzione acquistati e allocati. Remedy ha affermato che la svalutazione non ha alcun effetto sulla sua posizione di cassa. Occhio intanto che su Battlefield 6 c’è anche Call of Duty ora.
Ma comunque si parla di una grossa delusione commerciale che mette fine alla crescita costante registrata dall’azienda svedese. Ennesimo segnale per Playstation?




