Etrian Odyssey Untold: The Millennium Girl – la recensione

Chi ha familiarità con la serie Etrian Odyssey saprà sicuramente che il titolo Atlus è un gioco dal piglio spiccatamente hardcore. Siamo del resto di fronte a un cosiddetto GdR dungeon crawler, un gioco basato sull’esplorazione di sotterranei all’interno dei quali dovrete accumulare tesori e uccidere nemici. La serie, nel corso degli anni, ha innovato poco, preferendo piuttosto concentrarsi su piccole migliorie alla formula che, con il passare del tempo, hanno contribuito a rendere il prodotto un eccellente esponente del genere. Tali modifiche sono sempre state apportate sulla base dei feedback ricevuti dai fan, una community molto concentrata ma anche decisamente appassionata.
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La modalità storia è sicuramente la novità più grossa, trainata da una serie di quest che manderanno avanti il plot.

Con questo quinto capitolo Atlus ha, però, deciso di prendere una direzione diversa, cercando allo stesso tempo di non allontanare i fan della saga originale. Uno dei maggiori difetti dei capitoli passati era, senza dubbio, la mancanza di appeal dal punto di vista narrativo. In Etrian Odyssey Untold: The Millennium Girl, al contrario gli sviluppatori si sono concentrati molto sul creare un background di storie e personaggi degno di nota. C’era però un ostacolo da superare: i fan amano Etrian Odyssey per l’ampiezza di respiro della sua esplorazione, com’è dunque possibile conciliare una narrazione forte con un grado di libertà elevato?

Etrian Odyssey Untold: The Millennium Girl riesce a mantenersi fedele allo spirito della serie.

Cominciamo col dire che il gioco non è a tutti gli effetti un nuovo capitolo ma reinventa piuttosto il primo gioco della serie, uscito nell’ormai lontano 2007. The Millennium Girl quindi assomiglia molto al capostipite, ma allo stesso tempo vede presenti alcune delle innovazioni che sono state aggiunte nei successivi episodi. Questo vuol dire che la grafica è stata notevolmente migliorata e che potrete selezionare in ogni momento il livello di difficoltà, in modo da districarvi anche nel caso l’avventura si facesse troppo difficile.
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La modalità storia è sicuramente la novità più grossa, trainata da una serie di quest che manderanno avanti il plot. Inizierete nel più classico dei modi, interpretando il ruolo di un Highlander arrivato a Etria per investigare su misteriosi terremoti che stanno colpendo la città. Mentre esplorate delle rovine, risveglierete una ragazza misteriosa dal suo sonno profondo (esatto, la Millennium Girl del titolo); come da tradizione, la ragazza sarà la chiave per scoprire il segreto dietro i cataclismi naturali ma ella avrà discreti problemi di memoria, un espediente narrativo molto interessante che potenzia la prosecuzione del gioco. In sostanza, il gameplay rimane invariato ma voler sapere come andrà a finire costituirà una motivazione più che buona per proseguire all’interno del dungeon.

The Millennium Girl assomiglia molto al capostipite, ma allo stesso tempo vede presenti alcune delle innovazioni che sono state aggiunte nei successivi episodi.

La storia di per sé non si allontana molto dai canoni più classici dei JRPG e dell’animazione fantasy giapponese. Nulla di troppo elaborato, quindi, ma è facile appassionarsi ai siparietti dei vari personaggi, anche se questi appartengono a stereotipi. Caratterizzazione e crescita degli alleati si muovono, del resto, di pari passo. Troverete voi stessi un buon motivo per affezionarvi a ciascuno di loro, trasformandoli in qualcosa di più che semplice carne da macello, come invece avveniva per i precedenti capitoli. Chi conosce Fire Emblem sa bene di cosa stiamo parlando! Perdere in battaglia un guerriero che vi sta particolarmente a cuore, magari dopo ore di battaglie vissute fianco a fianco, può essere davvero traumatico. Questo fattore renderà l’esplorazione ancora più tesa, dando un volto completamente nuovo a una serie ormai classica.
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La fatica è direttamente proporzionale all’orgoglio che proverete una volta che vi sarete cimentati in quest’impresa.

Per quanto riguarda la crescita dei personaggi, ognuno di loro ha a disposizione dei ruoli predeterminati, ma il giocatore può anche decidere di assegnarli a delle classi e definire i punti abilità da collocare all’interno dei diversi attributi, in modo da dar forma all’avventuriero dei propri sogni. Ma, naturalmente, se siete fan integralisti che non amano le novità, ce n’è anche per voi: Atlus, infatti, vi è venuta incontro con la modalità Classica. In totale assenza della storia, qui riscopriamo la forza senza tempo del gameplay di Etrian Odyssey: la sensazione di essere continuamente sul filo del rasoio, il senso di liberazione una volta che siete riusciti a sgombrare il campo da dei nemici, l’appagamento di arrivare alla fine di un piano ancora vivi.

“Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta.”, per citare Ogni Maledetta Domenica”, una frase che riassume molto bene quanto può essere difficile andare avanti in Etrian Odyssey. La fatica, però, è direttamente proporzionale all’orgoglio che proverete una volta che vi sarete cimentati in quest’impresa. In definitiva, Etrian Odyssey Untold: The Millennium Girl riesce a mantenersi fedele allo spirito della serie, aggiungendo un nuovo elemento di storytelling che approfondisce e impreziosisce l’esperienza, sostenendo il gameplay e rendendolo più significativo che mai.

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