Ci sono profonde differenze fra il modello americano e quello europeo, alcune delle quali forse addirittura insanabili, tanto che alcune delle novità più apprezzate oltreoceano da noi faticano ad imporsi, più per problemi burocratici che per questioni culturali. Pensiamo per esempio a Uber, che in Europa e particolarmente in Italia è vista male sia dai tassisti (e sin qui è comprensibile) sia da comuni/governi, che la ritengono un’attività che si muove in una zona grigia della legalità. Un altro fenomeno che al pari di Uber potrebbe avere qualche difficoltà a esplodere potrebbe essere quello del crowdfunding: sembra infatti che la Comunità Europea stia valutando se applicare l’IVA o meno gli oggetti “acquistati” tramite Kickstarter e simili. Sebbene non sia ancora stata tirata alcuna conclusione, l’orientamento degli stati membri sembrerebbe essere quello di considerare come esenti da IVA i servizi, mentre di applicarla quando il finanziatore riceve un prodotto. Per capirci meglio, in Italia si tratterebbe di pagare il 23% in più rispetto al prezzo della “donazione”.
Fonte: qz.com
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