[GC15] Metal Gear Solid V: The Phantom Pain – Hands On

Se siamo andati a Gamescom 2015 è anche e soprattutto per vedere Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, opera ultima di uno dei franchise più amati della storia dei videogiochi.
Le vicende di Snake e Big Boss ci hanno emozionato per più di 30 anni e tra qualche settimana finalmente l’ultimo tassello di questo immenso puzzle prenderà il suo posto e ci mostrerà com’è nato il Big Boss che Snake affronta nel primo Metal Gear. Perché l’eroe più grande di tutti i tempi ha tradito la sua stessa organizzazione? Cosa ha spinto Big Boss a rivoltarsi contro il mondo intero? Perché Revolver “Shalashaska” Ocelot ha deciso di seguire il sogno di Big Boss oltre ogni misura, fino alla fine?
Tutte queste domande e molte altre potrebbero finalmente trovare risposta in Metal Gear Solid V: The Phantom Pain (MGSV), il primo stealth action open world del maestro Kojima. Probabilmente anche l’ultimo, quantomeno legato al franchise Metal Gear, visti gli intrighi, le faide e diatribe varie di cui Konami e il game designer di Kojima Productions si sono resi protagonisti.
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Le vicende di Snake e Big Boss ci hanno emozionato per più di 30 anni e tra qualche settimana finalmente l’ultimo tassello di questo immenso puzzle prenderà il suo posto.

I dettagli dello scontro non sono chiari ma ormai gli occhi di tutto il mondo videoludico sono puntati sugli sviluppi di quella che è ormai una situazione delicatissima, a pochi giorni dall’uscita del titolo più importante per entrambe le parti.
Nelle ultime settimane Konami, oltre a cancellare traccia del nome di Hideo Kojima dal marketing legato a MGSV, ha investito pesantemente sulla promozione del gioco mostrando una notevole quantità di video gameplay, demo, spiegazioni dei nuovi sistemi, della dinamica open world e della varietà di approccio a ciascuna missione.

I video pubblicati da Konami mostrano come attaccare e difendere un FOB può rivelarsi un’impresa tutt’altro che semplice.

È ormai noto a tutti che oltre a potersi muovere liberamente all’interno della mappa di gioco, Snake può accettare varie missioni principali o secondarie a piacimento e affrontarle nella maniera che ritiene più consona. Il meteo variabile e il ciclo giorno e notte forniscono già di base una diversità di approccio notevole, ma il giocatore a sua volta può decidere di personalizzare la propria esperienza cambiando una serie di fattori: ci si può affidare al supporto di Quiet, gettarsi nella mischia con un raid aereo o il D-Walker, farsi aiutare da D-Dog o infiltrarsi in solitaria; importante anche scegliere se colpire per eliminare o per neutralizzare, in quest’ultimo caso potendo sfruttare il sistema Fulton per estrarre i nemici e reclutarli nella Mother Base.
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Lì ciascuno viene assegnato ad un team a seconda delle proprie capacità e questo permette ai Diamond Dogs di crescere, diventare più forti, sviluppare tecnologie e tecniche migliori e rendere la vita di Snake più semplice.
I soldati reclutati possono anche essere mandati in missione e a seconda del risultato le loro azioni potrebbero riflettersi su quelle di Snake, facendogli incontrare meno resistenza in una particolare zona o rendendogli disponibili dati importanti per concludere con successo le proprie missioni.

Il meteo variabile e il ciclo giorno e notte forniscono già di base una diversità di approccio notevole.

Lo sviluppo della Mother Base è uno degli aspetti principali del gioco: un po’ come accadeva in Peace Walker, Snake deve reclutare soldati ma anche sviluppare le unità della base. Al nucleo principale, infatti, è possibile aggiungere l’unità di ricerca e sviluppo, quella di supporto e quella di combattimento, ciascuna con pregi e risultati differenti. Infine, un grande supporto viene fornito dalla costruzione dei FOB, punti di supporto avanzato che rappresentano anche la componente online di MGSV: queste basi permettono di accelerare considerevolmente il guadagno di risorse utili alla base ma la loro posizione avanzata li rende vulnerabili agli attacchi nemici. Gli avversari online infatti possono infiltrarsi nel FOB e iniziare ad estrarre i soldati a sua difesa e varie risorse: raggiungendo il punto prestabilito in tempo e senza essere fermati dalla resistenza il bottino aumenta considerevolmente e il difensore è sconfitto.
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Lo sviluppo della Mother Base è uno degli aspetti principali del gioco: un po’ come accadeva in Peace Walker, Snake deve reclutare soldati ma anche sviluppare le unità della base.

Il gioco prevede quindi che gran parte dell’equipaggiamento e dei soldati reclutati in missione possano essere schierati a difesa del FOB ma, non dovesse bastare, lo stesso giocare può scendere in battaglia e partecipare alla difesa. I video pubblicati da Konami mostrano come attaccare e difendere un FOB può rivelarsi un’impresa tutt’altro che semplice, ma sicuramente avvincente e di grande sfida, soprattutto per i giocatori più esigenti.
La caratteristica principale del gameplay di MGSV però rimane la varietà di approccio alle singole missioni.
Nella demo che abbiamo potuto provare ci siamo ritrovati nuovamente a dover scegliere come portare a termine la missione “A Hero’s Way“, dove Big Boss deve eliminare (o estrarre) un comandante dello Spetsnatz.

L’open world, la Mother Base, gli FOB, le missioni secondarie e la libertà di approccio lo rendono potenzialmente già ora uno dei migliori giochi di sempre.

In questo caso abbiamo deciso di farci aiutare da Quiet, schierandola in copertura da lontano con le sue abilità da cecchino.
Ci siamo infiltrati di notte, liberandoci degli ostacoli grazie a Quiet, e una volta dentro il casolare che ospitava il nostro obiettivo lo abbiamo attirato e messo KO con il CQC, per poi portarlo fuori ed estrarlo.
Uscire dalla zona rossa, però, ha richiesto l’intervento del D-Walker e di un approccio più aggressivo. La superiorità militare del mecha firmato Huey Emmerich ha reso le cose più semplici, ma lo stesso approccio in orario diurno avrebbe scatenato un allerta e una risposta militare più impegnative da parte delle forze nemiche.
In ogni caso è sempre consigliato agire in maniera stealth, ma a seconda di come si deciderà di sviluppare Mother Base ed armamenti anche un approccio aggressivo potrebbe dare ottimi risultati.
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La superiorità militare del D-Walker ha reso le cose più semplici, ma lo stesso approccio in orario diurno avrebbe scatenato un allerta e una risposta militare più impegnative da parte delle forze nemiche.

Tutto è nelle mani del giocatore e le possibilità sono davvero illimitate, il che fornisce anche un livello di rigiocabilità da non sottovalutare. Metal Gear Solid V: Ground Zeroes ci aveva già convinti dal punto di vista del gameplay e The Phantom Pain completa il quadro con una profondità di gioco mai vista prima.
L’open world, la Mother Base, gli FOB, le missioni secondarie e la libertà di approccio lo rendono potenzialmente già ora uno dei migliori giochi di sempre, e questo senza considerare l’importanza della trama che già da sé ne giustifica l’acquisto per i fan della saga. Ci sono migliaia di motivi per mantenere l’hype alle stelle e la prova con mano a Gamescom 2015 ce lo ha confermato. Non vediamo l’ora che sia il 1 settembre 2015, quando Metal Gear Solid V: The Phantom Pain uscirà su PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360, Xbox One e PC in contemporanea mondiale.

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