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Gravity Rush Remastered – la recensione

Se mi chiedessero quale tra i (non moltissimi) titoli giocati su PS Vita ho preferito, non avrei nessun dubbio nel rispondere Gravity Rush: uscito qualche mese dopo il debutto della console in Europa, l’esclusiva ha riscosso grande successo tra la critica, successo meritato aggiungerei, in quanto offriva un gameplay originale per il genere action, oltre ad arricchire la poverissima lineup della sfortunata portatile Sony. Durante l’ultimo Tokyo Game Show, il colosso giapponese ha annunciato Gravity Rush 2 per PS4, mostrando contemporaneamente Gravity Rush Remastered, la versione completa di DLC e migliorata dell’originale su PS Vita proposto sulla console ammiraglia Sony, ovvero il motivo per cui siamo qui ora. La scelta è stata assolutamente azzeccata: non aveva senso pubblicare il sequel su PS4 senza dare la possibilità anche a chi non possiede PS Vita (e non sono pochi) di giocare il capitolo da cui tutto ha avuto inizio, ma effettivamente, dov’è che tutto ha avuto inizio?

Gravity Rush ci mette nei panni di una giovane ragazza risvegliatasi senza memoria in un mondo che sembra non appartenerle, rendendosi conto poco dopo di possedere un potere decisamente singolare: può controllare la gravità. Ed è qui il fulcro del gameplay di Gravity Rush, ogni elemento che incontriamo nel corso dell’avventura è basato sulla gravità; i comandi sono stati, naturalmente, rivisti del tutto rispetto all’originale su PS Vita: basta spingere R1 per alterare la gravità, scegliere la direzione verso cui lanciarsi con le levette analogiche e schiacciare nuovamente R1 per spostarsi sfidando le principali leggi della fisica. Per tornare alla normalità basta la pressione di L1. Oltre a questa, la protagonista svilupperà rapidamente tante nuove abilità, come scopriremo a breve…

La storia è raccontata tramite delle suggestive vignette, donando al gioco uno stile fumettoso che sarà la gioia degli appassionati di manga e anime.

Proseguendo durante le prime ore di gioco approfondiremo la conoscenza di Kat, la bionda eroina protagonista di Gravity Rush Remastered, del perché si trovi inspiegabilmente a Hekseville, location in cui è ambientata gran parte della trama, del suo ruolo come Shifter e di come debba annientare la minaccia dei Nevi, strane creature che hanno infestato il mondo: la storia è raccontata tramite delle suggestive vignette, contribuendo alla sensazione “fumettosa” che si ha lungo tutta l’esperienza, mentre i personaggi parlano un’incomprensibile lingua di fantasia, motivo per cui i dialoghi sono interamente sottotitolati.

Una volta terminate le prime missioni “tutorial”, Hekseville si aprirà a noi e sarà liberamente esplorabile: sia chiaro, non parliamo di un gioco open world con lande sconfinate, ma i piccoli quartieri che formano la città sono talmente ben caratterizzati che ci si perde a visitarli in lungo, in largo oltre che in alto, considerata la struttura verticale data alle ambientazioni. Tramite la mappa possiamo selezionare il prossimo obiettivo che può essere una missione della storia, una missione secondaria, una sfida o un punto di spostamento rapido: oltre alla storia, infatti, è particolarmente ben riuscita la stuttura delle sfide, che una volta completate ci ricompenseranno con alcune gemme, utili a potenziare le abilità e i poteri di Kat, che a loro volta servirà incrementare per portare a termine sfide più difficili, e così via.

I piccoli quartieri di Hekseville  sono talmente ben caratterizzati che ci si perde a esplorarli in ogni loro più piccolo anfratto.

Come accennavamo prima, nel corso dell’avventura la biondina acquisirà nuove mosse, come la scivolata gravitazionale, attivabile tramite la pressione contemporanea di L2 e R2, che ci consentirà di muoverci a velocità elevate su superfici piane, così come particolari mosse di attacco durante il volo, utilissime soprattutto nelle fasi più concitate in cui ci troveremo circondati da Nevi.

L’aggiunta dei DLC usciti a loro tempo su PS Vita contribuisce alla longevità di Gravity Rush Remastered, portando diverse nuove missioni e arricchendo la trama con sfumature anche interessanti, trama che già di suo riesce a regalare emozioni, anche grazie a come è raccontata: il cel shading sembra creato apposta per titoli del genere, e la rimasterizzazione su PS4 è una manna dal cielo al riguardo. I ragazzi di Bluepoint hanno svolto un lavoro da applausi, portando il comparto tecnico a un livello superiore, con 60 FPS fissi e una pulizia generale rispetto al capitolo per PS Vita che rende l’ambientazione steampunk una gioia per gli occhi.

I ragazzi di Bluepoint hanno svolto un ottimo lavoro con la rimasterizzazione del gioco originale per PS Vita.

La ciliegina sulla torta è il prezzo, circa 30 euro per la versione in scatola, un ulteriore motivo che dovrebbe spingervi ad acquistarlo: ovviamente non parliamo di un titolo esente da difetti, come la mappa e gli obiettivi selezionabili unicamente in pausa o il sistema di salvataggio, attivabile solo quando torniamo nella casa di Kat, ma si tratta di difetti su cui si può tranquillamente chiudere un occhio.
Gravity Rush Remastered permette a tutti (ma proprio tutti, visto il prezzo popolare) di godere di un originale action-adventure, ben pensato e ancora meglio realizzato, fatelo vostro senza remore, in attesa di Gravity Rush 2, su cui riponiamo aspettative ancora maggiori.

admin

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