Si fa presto a dire tv OLED. Ma con le nuove sottocategorie la scelta del tuo nuovo schermo potrebbe essere complicata. Facciamo chiarezza.
Come si fa a scegliere un televisore con la sicurezza di aver fatto un acquisto che è il migliore possibile per il budget che si ha a disposizione? Una domanda che con le nuove tecnologie ora esistenti diventa ancora più complessa.
Ed è per questo motivo che abbiamo deciso di mettere insieme una piccola guida a tutte le nuove sfaccettature delle TV con tecnologia OLED.
In particolare alle tre che sono le più promettenti e performanti. Perché si fa presto a dire schermo OLED. Esistono infatti moltissime sottocategorie e la tecnologia che chiamiamo OLED in realtà si è già suddivisa in altre nuove tecnologie. Cerchiamo allora di mettere ordine.
Guida TV OLED: tutto quello che devi sapere
Se ti sei trovato a dover acquistare una nuova TV, è probabile che tu più o meno sappia che devi provare a prendere quella con i colori migliori e la tecnologia più recente. Tra le varie tecnologie quella che ora è la più diffusa è la tecnologia OLED.
Per capire che cosa significano, per esempio, W-OLED, QD-OLED e AMOLED, cominciamo con il capire cosa c’è nascosto dietro l’acronimo OLED. Questa che ormai è diventata una parola di uso comune è, infatti, un acronimo e sta per Organic Light-Emitting Diode.
Si tratta quindi di una struttura in cui i pixel non vengono illuminati da una fonte esterna, ma si accendono autonomamente.
La prima variante di cui vale la pena parlare è quella che è stata introdotta per la prima volta da LG E che tecnicamente si chiama W-OLED, ovvero White OLED, quindi OLED bianco.
A differenza di quello che succede con i pixel che a loro interno devono contenere fonti in grado di emettere luce rossa, luce verde e luce blu, che devono mescolarsi per dare poi vita al colore che effettivamente si vede sullo schermo, la tecnologia W-OLED comincia direttamente con dei pixel che sono bianchi.
Qualcosa che risolve il problema del fatto che gli emettitori di colore si rovinano a velocità diverse, ma che a sua volta produce problemi alla resa generale del colore.
E qui entra in campo la seconda tecnologia, ovvero i cosiddetti QD-OLED, ovvero Quantum Dot OLED, con gli schermi Samsung primi nella sperimentazione. Vuoi un buon esempio? Prova questo.
La differenza è che questa sostituisce lo strato bianco con uno strato blu che poi incontra a sua volta un altro strato fatto di convertitore Quantum Dot. La terza tecnologia è quella che per esempio si trova molto spesso adesso anche sugli smartphone: la tecnologia AMOLED.
Anche qui siamo di fronte a qualcosa che è di base sempre una tecnologia W-OLED, ma con uno strato TFT ulteriore. Questo strato, che è composto da transistor, aiuta a gestire meglio il modo in cui i singoli pixel assorbono l’energia e questo consente una trasformazione più veloce dei pixel da un colore all’altro.