Homefront The Revolution – La Recensione

Il nuovo capitolo della saga Homefront, “The Revolution”, ci mette da subito dinnanzi a un dilemma esistenziale. Senza troppi preamboli, è infatti il caso di dire che questo è uno di quei casi dove l’impegno mostrato nell’eccezionale campagna di marketing è stato decisamente poco ripagato da un prodotto sicuramente valido ma che poteva e doveva osare di più.

Il team di Dambuster Studios, con questo first person shooter, non riesce esattamente a presentare un gioco in grado di stupire i gamer amanti del genere e resta quindi in un limbo tra quello che è effettivamente questo gioco e quello che invece sarebbe potuto essere. Facciamo però un attimo di ordine, cominciamo con la trama del gioco, decisamente ben riuscita e supportata da una campagna pubblicitaria che si è spinta fino a inviare presso molte redazioni uno smartphone proveniente, apparentemente, dalla Nord Corea, sviluppato dalla società fittizia “APEX”.20160508005013_1Per rendere la trama il più realistica possibile, gli sviluppatori hanno deciso di recuperare l’ottima sceneggiatura che venne usata nel precedente capitolo, dove lo scrittore John Milius (autore di Alba Rossa) e l’ex agente della CIA TaeKim, consulenti perfetti per l’occasione collaborarono per creare con il team di Kaos Studios uno scenario inquietante ma realistico. Siamo in quello stesso futuro ipotetico e il gigante americano rappresentato dagli USA si è ormai assopito, collassato a causa di un’insostenibile crisi economico-energetica. A sfruttare l’occasione è la riunita Corea, guidata ora da un governo illuminato e dotata di uno sviluppo tecnologico e militare impressionante e ai limiti (forse superati) della fantascienza. Imponenti velivoli simili ad astronavi e sentinelle dotate di tutti i comfort cybernetici più rinomati sono ormai presenti in tutto il Paese, in particolare nella città di Philadelphia, luogo dove si svolgono i fatti e comincia la nostra avventura nei panni di un eroe rivoluzionario, intrepido e, ancora una volta, completamente muto.

L’intelligenza artificiale del gioco è imbarazzante e ci ritroveremo spesso ad affrontare gruppi di avversari privi di qualsiasi tattica.

Il clima che aleggia nelle strade è inquietante: i cittadini sono ormai considerati come dei reietti e le forze militari governano il paese con una legge marziale spietata e degna di romanzi autorevoli come quelli di George Orwell. Le sparatorie, perché vi ricordo che è questa l’attrazione principale di un FPS, avvengono all’interno di paesaggi urbani monotoni e ripetitivi. La presenza eccessiva di ostacoli rende inoltre praticamente inutile la presenza di veicoli e guidare una moto tra le macerie di una città e i proiettili mortali dell’esercito d’invasione sarà un’impresa quasi impossibile e abbastanza inutile.20160508010521_1Homefront presenta da subito un gameplay molto tradizionale, che ben poco potrebbe sconvolgere, dotato di un ritmo incalzate e una difficoltà rappresentata unicamente dalla potenza dei colpi infertici dai nostri nemici. L’intelligenza artificiale del gioco è imbarazzante e ci ritroveremo spesso ad affrontare gruppi di avversari privi di qualsiasi tattica. Non aiuta la ripetitività delle missioni, tendenzialmente molto “impostate” e che ci vedranno risolvere tutto con sparatorie infinite e lancio di granate a grappolo per distruggere i nostri obiettivi. Armi e modifiche varie caratterizzano il comparto dedicato al crafting, forse il più riuscito. Attraverso la raccolta di materiali e l’acquisto di particolari mod possiamo personalizzare completamente il nostro arsenale, rendendo un semplice fucile a colpo singolo una potente mitragliatrice o un più letale e discreto fucile da cecchino. Diversamente da altri FPS, la campagna single player può contare su una durata decisamente alta ma che potrebbe annoiare data i problemi sopraccitati, cosa che vi porterà a pretendere un comparto multiplayer funzionale e all’avanguardia per compensare il tutto e in questo caso lo sforzo effettuato da Dambuster Studios è decisamente più gratificante.

Anche impostando i settaggi grafici al massimo livello però, il gioco di Dambuster Studios non riesce a mostrare nessun miracolo visivo.

Nonostante i numerosi passaggi di testimone effettuati tra vari proprietari della IP e società sviluppatrici, il comparto online di Homefront The Revolution presenta diverse feature interessanti, come la presenza di veicoli di vario genere (alcuni molto difficili da guidare). La possibilità di creare il proprio personaggio attingendo a svariati background (ognuno dotato di un particolare bonus) permette inoltre di personalizzare un poco il proprio stile di gioco. Le quattro classi di abilità: Cervello, Muscoli, Combattente e Sopravvissuto riescono ottimamente a presentare un buon comparto di variabili interessanti, permettendo lo sviluppo del proprio personaggio anche attraverso l’incrocio dei vari percorsi. L’elevato numero di missioni affrontabili, che variano dal semplice deathmatch a modalità più interessanti come la scorta o il controllo, sono infine la ciliegina sulla torta per un comparto multiplayer sicuramente non innovativo ma ottimamente presentato e realizzato con il giusto riguardo.20160510205635_1A livello tecnico, per quanto riguarda la versione PC, Homefront risulta godibile anche su macchine non recentissime cosa che sottolinea l’ottimo utilizzo del motore CryEngine. Anche impostando i settaggi grafici al massimo livello però, il gioco di Dambuster Studios non riesce a mostrare nessun miracolo visivo, continuando a visualizzare dettagli non troppo definiti, risultando quindi molto anonimo e inferiore rispetto anche a titoli meno recenti. In linea generale però, gli ambienti risultano ricchi di elementi alla vista e l’ambientazione da scenario quasi post-apocalittico fa la sua bella figura senza pretendere troppo da sé stessa.

L’esperienza di essere parte di un movimento rivoluzionario impegnato a risollevare la propria nazione da una dominazione straniera è stata ricreata in maniera eccellente.

In conclusione, Homefront riesce sicuramente nel suo intento di presentare una variante storica decisamente realistica e che potrebbe essere riproposta in futuro per un possibile sequel. L’esperienza di essere parte di un movimento rivoluzionario impegnato a risollevare la propria nazione da una dominazione straniera è stata ricreata in maniera eccellente e i futuri aggiornamenti del gioco, come l’inserimento di nuove missioni dedicate al comparto multiplayer, permetteranno sicuramente a questo titolo di recuperare altri punti. L’autunno è però vicino e i due giganti del settore FPS sono ormai sempre più vicini. Un vero problema per Homefront The Revolution.

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