Homeworld Remastered Collection – la recensione

Se siete amanti degli strategici in tempo reale, probabilmente il nome Homeworld vi sarà familiare. Il titolo di Relic Enterteinment è considerato uno dei migliori esponenti del genere RTS fantascientifico insieme a Starcraft di Blizzard, e molte delle meccaniche adottate dai giochi moderni derivano proprio da Homeworld. Il primo capitolo risale al lontano 1999, seguito poco dopo dall’espansione Cataclysm per poi concludersi con Homeworld 2 nel 2003, e da allora i fan continuano a dimostrare il loro amore verso questa serie supportando anche oggi i giochi con mod e aggiornamenti amatoriali. Lo stesso amore traspare dai ragazzi di Gearbox che ci propongono Homeworld Remastered Collection, riedizione in alta definizione di Homeworld e Homeworld 2, mentre l’espansione Cataclysm purtroppo resterà inedita (a meno che non venga aggiunta come DLC in seguito considerata la sua natura, ma questa è solo una ipotesi). Paradossalmente, una brutta notizia come il fallimento di THQ nel 2013, che all’epoca deteneva i diritti della serie, si è quindi trasformata in una grande occasione per gli amanti degli RTS, poiché ha permesso a Gearbox di acquistare la proprietà intellettuale e sviluppare questa imperdibile collection.
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Nonostante i 16 anni sulle spalle, gli sviluppatori sono stati in grado di dare una nuova dignità al gioco, e i modelli poligonali, effetti particellari e colpo d’occhio generale non sfigurano rispetto anche a produzioni recenti.

Ma cosa ha decretato il successo di Homeworld, e di conseguenza la qualità di questa remastered? Per prima cosa la trama, che vede protagonisti gli abitanti del pianeta Kharak, un mondo ormai devastato dalla guerra civile dei vari Clan presenti. I conflitti si fermano quando viene ritrovato un misterioso artefatto su una antica nave spaziale, grazie al quale si scopre che il loro vero pianeta nativo è Hiigara, e una mappa mostra la rotta per raggiungerlo. I Clan concordano quindi una pace e si uniscono sotto il nome di Kushan, concentrando i loro sforzi per intraprendere un viaggio spaziale e raggiungere il loro pianeta natale. Naturalmente si tratta di una missione pericolosa e ricca di colpi di scena che vi terrà impegnati per circa 15/20 ore, con una durata analoga per la storia di Homeworld 2. Questa riprende esattamente da dove era finito il primo capitolo, e vede i Kushan difendere il loro pianeta dall’invasione dei bellicosi Waygr e contemporaneamente respingere gli Hiigaran, ovvero i discendenti dei precedenti abitanti di Hiigara. In totale quindi si toccano le 35/40 ore di gioco solo per la modalità in singolo, a cui si affiancano anche delle schermaglie da affrontare contro l’intelligenza artificiale e un imponente comparto multigiocatore online.
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Homeworld Remastered Collection inoltre supporta risoluzioni fino a 4K, per cui se avete un PC abbastanza performante potete avere un vero spettacolo davanti gli occhi.

La principale novità di Homeworld Remastered Collection riguarda proprio questo settore, infatti è possibile selezionare una delle quattro razze tratte da entrambi i giochi e farle scontrare tra loro, creando un multiplayer unificato che originariamente non era presente. Trattandosi quindi di una sorta di “esperimento” Gearbox ha fornito questa modalità in fase Beta, e attraverso i feedback degli utenti verranno aggiunte patch e correzioni per evitare eventuali sbilanciamenti e problemi. A rendere le cose ancora più interessanti ci pensano delle reliquie che appaiono in punti casuali della mappa, e controllandoli si possono ottenere preziose risorse o bonus vari, creando così delle “zone calde” random che i giocatori possono contendersi, cercando naturalmente al tempo stesso di distruggere la nave madre del nemico e ottenere la vittoria.

Se è la prima volta che vi avvicinate a questo genere le prime ore potrebbero essere abbastanza confusionarie prima di riuscire a entrare nell’ottica del gioco.

Un altro motivo del successo di Homeworld riguarda infatti anche il gameplay, soprattutto per una importante rivoluzione: all’epoca gli strategici si svolgevano solo due dimensioni (larghezza e lunghezza), mentre Homewolrd introdusse anche l’altezza, cambiando completamente le carte in tavola. Chi mastica RTS capirà bene che la possibilità di effettuare attacchi anche dall’alto o dal basso (e relative diagonali) apre una gamma di opzioni e strategie prima di allora impensabili, aumentando anche la difficoltà del gioco visto che, ovviamente, le nuove tattiche potevano essere utilizzate anche dai nemici.
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Il concetto di base di Homeworld alla fine è quello classico del genere (ricerca e raccolta di risorse, costruzione di unità, combattimenti e ripetere), ma questa novità che oggi può sembrare scontata fu una vera rivelazione. Naturalmente il gioco offre grande varietà anche sul fronte delle singole unità, e imparare a gestire i punti di forza e debolezza di ogni nave spaziale diventa fondamentale per la riuscita delle missioni. La nuova interfaccia inoltre risulta leggermente più comoda e pratica grazie anche alla possibilità di aumentarne o diminuirne le dimensioni, ma se è la prima volta che vi avvicinate a questo genere le prime ore potrebbero essere abbastanza confusionarie prima di riuscire a entrare nell’ottica del gioco.

È possibile selezionare una delle quattro razze tratte da entrambi i giochi e farle scontrare tra loro, creando un multiplayer unificato che originariamente non era presente.

Una volta presa dimestichezza col sistema di controllo e l’interfaccia, comunque, Homeworld è in grado di regalarvi grandi soddisfazioni, spronandovi a cercare strategie sempre differenti e variegate, anche perché le missioni possono sempre essere portate a termine in diversi modi, e anche le tattiche all’apparenza più insensate possono invece rivelarsi manovre vincenti. Dal punto di vista tecnico, il lavoro svolto da Gearbox è veramente degno di nota. Nonostante i 16 anni sulle spalle, gli sviluppatori sono stati in grado di dare una nuova dignità al gioco, e i modelli poligonali, effetti particellari e colpo d’occhio generale non sfigurano rispetto anche a produzioni recenti. Certo, se si entra nel dettaglio con lo zoom si possono notare alcune texture piatte e slavate o qualche spigolo di troppo, ma bisogna veramente mettersi d’impegno per trovare questi difetti.
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Homeworld Remastered Collection inoltre supporta risoluzioni fino a 4K, per cui se avete un PC abbastanza performante potete avere un vero spettacolo davanti gli occhi. Se invece siete dei nostalgici, il gioco contiene anche le versioni originali dei due giochi, per cui potete scegliere se beneficiare del nuovo comparto tecnico o lasciarvi ai ricordi con la grafica di 16 anni fa. Buono anche il comparto audio, che sfrutta le musiche originali non compresse dei giochi originali ma vanta un doppiaggio completamente nuovo, anche se purtroppo manca una localizzazione in italiano. In ogni caso non posso che consigliare l’acquisto di Homeworld Remastered Collection, sia per chi lo ha apprezzato all’epoca e ha voglia di rivivere le avventure dei Kushan con una nuova veste grafica, sia per chi non ha avuto modo di provare gli originali. Per poco più di 30 euro vi portate a casa due titoli che hanno fatto la storia degli RTS e dimostrano come sia possibile restaurare sul serio anche giochi con diversi anni sulle spalle.

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