Il quadro che Keiichi Matsuda, designer 31enne anglonipponico, ha del futuro è quanto più di angosciante si possa immaginare, così ha voluto renderci partecipi di questa sua visione. Nel cortometraggio intitolato Hyper Reality il/la protagonista siamo noi, proiettati in un’era in cui la realtà virtuale è ormai diventata l’interfaccia di quella ordinaria. Si tratta del primo di sei film finanziati grazie a una campagna crowdfunding su Kickstarter nel 2003.
Il prodotto si percepisce come una sorta di denuncia alla dipendenza dalla tecnologia, da cui già oggi è sempre più difficile uscire. Un incrocio perfetto tra un videogioco in soggettiva, ricco di elementi HUD in realtà aumentata e indicazioni spaziali costanti, e una proiezione estrema delle nostre abitudini con smartphone e tablet. Ogni superficie fisica è stata intonacata con immagini olografiche, spesso al punto di oscurare del tutto il Mondo sottostante. Ma a rendere il corto così familiare non è soltanto la pubblicità che sta ovunque, quanto il rendersi conto di essere circondati da messaggi personali, notifiche, to-do-list e tutto ciò che caratterizza la nostra quotidianità.
FONTE: The Verge
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