Un retroscena molto interessante che riguarda Rockstar e lo sviluppo di GTA: il governo degli Stati Uniti d’America voleva chiudere tutto.
Quando si tratta di GTA ecco che inevitabilmente si finisce col tenere tra le mani una patata bollente. Gli appassionati di videogiochi che conoscono questa saga l’hanno apprezzata parecchio per la sua capacità di raccontare e prendersi gioco dell’America, delle persone, dei loro sogni, dei loro modi di fare, dei loro vizi e della loro moralità.

Parliamo di un brand che nel corso dei decenni ha rivoluzionato il modo di raccontare una storia, andando a impattare in modo importante e diretto sul gaming e in particolare sui grandi open world, che oggi sono tutti un po’ figlia di GTA San Andreas.
Come tutti sappiamo però c’è anche chi non è particolarmente avvezzo al mondo del gaming, che guarda dall’esterno, dalla distanza, con orrore, disgusto ed estremo odio. E che ogni giorno farebbe di tutto pur di vedere questo grande, complesso e particolare hobby scomparire.
Sono quelli che danno ai videogiochi la colpa di tanti problemi della nostra società, un modo veloce e semplicistico per evitare analisi più complesse e magari anche fare mea culpa. E GTA stava davvero per rischiare di essere cancellato.
Quella volta che GTA rischiava di essere cancellato
“Il nostro gioco è stato un successo che ha creato un sacco di problemi”, ha dichiarato Houser in una recente intervista a Virgin Radio. “Ne è valsa la pena solo per divertirsi e fare ciò che si voleva fare”. Uno dei fondatori di Rockstar Games e tra gli scrittori principali della serie GTA e Red Dead Redemption, l’ex dirigente della compagnia ha parlato delle difficoltà del passato.

“GTA ci ha messo nei guai con il governo degli Stati Uniti. A quanto pare, hanno deciso che eravamo gli unici su Internet a diffondere materiale per adulti”, ha osservato Houser con grande amarezza. “Ci hanno quasi chiuso. Ci hanno multato per una somma enorme e questo ha causato gravi danni all’azienda”.
Secondo il veterano dell’industria videoludica questo comportamento da parte di alcuni rappresentanti di spicco del Governo degli Stati Uniti d’America sta nel fatto che l’industria videoludica era ancora giovane, debole e tutt’altro che potente. Grandi novità in arrivo intanto per Arc Raiders e Tarkov.
“Non potevano perseguire Hollywood perché guadagnavano molti soldi da Hollywood, e non potevano perseguire la musica rap perché aveva connotazioni razziali discutibili“, ha detto Houser, sostenendo che a questo punto i politici abbiano preferito attaccare i videogiochi.





