Se non basta l’acqua che evapora, il cervello che si scioglie e la stupidità che galoppa, un altro pericolo legato all’AI è l’energia che succhia: ci vorranno tante, tante, centrali nucleari. Siete pronti?
Quelli che hanno abbracciato la filosofia che l’intelligenza artificiale sia del tutto inevitabile e che quindi occorre imparare il prima possibile, soprattutto prima degli altri, a utilizzarla e piegarla al proprio comodo, sono anche quelli che pensano che si tratti di uno strumento, molto spesso, che vive di aria e poco altro.ù

Un po’ come quelli che pensano che le cosce di pollo appaiono all’improvviso nei supermercati. Ma esattamente come le cosce di pollo nei supermercati, anche per le IA c’è un lato nascosto di cui invece occorrerebbe parlare: per riuscire a tenere in piedi i grandi sogni di gloria di questi pallottolieri digitali ci sarà bisogno di centrali nucleari.
Le vostre IA preferite consumano troppo, siete pronti ad avere le centrali nucleari sotto casa?
Ogni volta che si fa una richiesta a un’intelligenza artificiale, il consumo di energia sembra minimo. Ma visto quante sono in ogni secondo, da ogni parte del mondo, le richieste che arrivano contemporaneamente alle intelligenze artificiali, basta fare una moltiplicazione per scoprire che quei numeri piccolissimi diventano enormi.

Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che Google abbia deciso di costruire un piccolo reattore nucleare nello stato americano del Tennessee per poter dare energia ai suoi data center, il tutto per poter continuare a espandere la capacità del cloud storage che è anche alla base di tutte le IA. Energia nucleare per cosa poi? QUESTO?
Il progetto viene descritto dai suoi promotori come un passo importante nel futuro della sicurezza energetica. Ma oltre allo spettro della eventuale fuoriuscita di materiale radioattivo, quindi di qualcosa di simile a Fukushima o, peggio ancora, a Chernobyl, c’è un altro problema: il tempo.
Perché se è vero che nel momento in cui i reattori nucleari entrano in funzione poi l’energia viene prodotta a palate, la costruzione di una centrale nucleare è un processo tra i più lunghi che esistano. Potrebbe quindi essere un’ottima idea, al netto del fatto che si tratterebbe comunque di un modello sperimentale quello che Google vuole costruire in Tennessee, ma rischia di finire con un’ottima idea che arriverà fuori tempo massimo.
Lo stato però sembra già entusiasta con la University of Tennessee insieme ad altre istituzioni locali che stanno dirottando alcuni corsi di studio proprio per costruire a loro volta i tecnici di domani. Quelli che promuovono l’energia nucleare come alternativa ai combustibili fossili ripetono poi in continuazione che le rinnovabili non sono affidabili perché legate al meteo.
C’è però da ricordare che anche nel campo delle rinnovabili si sono fatti enormi passi avanti e che la capacità di produzione di energia elettrica per esempio dai nuovi pannelli solari è estremamente più efficiente e funziona anche in condizione di non irraggiamento diretto.
Per non parlare del fatto che, una tecnologia che esiste da un bel po’, l’energia prodotta dai pannelli solari o eventualmente dalle pale eoliche, può essere messa da parte negli accumulatori. Come quello che avete per le mani: la batteria del cellulare.





