Just Cause 3 – la recensione

Vi ricordate di Rico Rodriguez? Il nostro dinamico amico che ha messo a ferro e fuoco mezzo mondo negli ultimi dieci anni, prima su PS2 con il capostipite della serie, successivamente su PS3 con il seguito, è tornato nella terra natia per deliziarci con nuove azioni fuori da ogni logica in Just Cause 3, l’ultima fatica di Avalanche Studios. Dopo aver subito diversi ritardi, il titolo arriva come una manna dal cielo in questo ultimo mese del 2015, avaro di novità in grado di stuzzicare l’appetito dei giocatori, ma è tutto oro quel che luccica? Decisamente no, come avremo modo di vedere nel corso della recensione.
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Partiamo subito con le buone notizie: Just Cause 3 è la perfetta incarnazione del gioco spensierato e caciarone, il non plus ultra se si vuole impugnare il pad un paio d’ore e divertirsi a mente spenta; ambientata nell’immaginario arcipelago di Medici, disegnato sulla falsa riga delle isole del Mediterraneo e che offre spunti puramente italo-spagnoli, la trama del titolo ci fa conoscere il temibile generale Di Ravello, un pazzo criminale che estende la sua dittatura a suon di violenza su tutto il territorio.

Just Cause 3 è la perfetta incarnazione del gioco spensierato e caciarone.

L’obiettivo ultimo di Rico è spodestare il dittatore e riportare la libertà su Medici, ma saranno necessarie diverse ore intrise di sangue, uccisioni e soprattutto tante, tante esplosioni: dopo due minuti di orologio dal video iniziale, ci troviamo subito in piedi su un aereo a sparare granate a razzo in ogni dove, seminando panico e distruzione, per poi lanciarci col paracadute e terminare l’opera eliminando gli ultimi superstiti tirapiedi di Di Ravello.
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Già dai primi attimi Just Cause 3 non fa nulla per nascondere la sua natura, anzi ogni pretesto è buono per enfatizzare all’inverosimile situazioni al limite del surreale, tutto in nome della sana “ignoranza”: faremo conoscenza di alcuni personaggi secondari, fidati compagni del protagonista, ben caratterizzati nel loro modo di essere, come lo stereotipo del classico italiano Mario Frigo o la scienziata pazza che ci fornirà gadget altrettanto pazzi. A proposito di questi, è bene spendere qualche parola sul trittico rampino-paracadute-tuta alare, che funziona egregiamente e rende il gameplay parecchio diverso da qualsiasi altro sandbox: già dalle prime fasi di gioco è necessario imparare a padroneggiare questi strumenti, utilissimi sia per spostarsi da un posto all’altro di Medici sia per compiere azioni particolari come lanciare un barile esplosivo che esploderà contro una cisterna, che a sua volta causerà un’esplosione più grossa che…insomma, avete capito.

Just Cause 3 non fa nulla per nascondere la sua natura surreale sin dall’inizio del gioco.

La tuta alare è un’aggiunta particolarmente riuscita che, alternato sapientemente al paracadute e al rampino, permette letteralmente di volare, e fidatevi che sarà un’esperienza meno frustrante e ben più appagante rispetto al mettersi al volante di uno dei tanti mezzi disponibili in giro per la mappa, complice un modello di guida scomodo e da rivedere.
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Fin qui tutto bene, una discreta libertà mischiata a meccaniche di gioco innovative farebbero di Just Cause 3 una perla…e invece no, perché, come dicevamo in apertura, c’è anche l’altro lato della medaglia: nonostante si voglia puntare alla facile ironia, sfociando addirittura a volte nella demenzialità, la storia risulta comunque priva di mordente, non solo per la trama in sé, ma anche per come è stata strutturata. Prima di poter proseguire alla missione principale successiva è infatti obbligatorio conquistare gli avamposti detenuti dalle forze armate del regime. Se alla prima volta può risultare divertente, col passare del tempo lo sarà sempre meno, proiettandovi in una spirale di ripetitività che può mettere alla prova anche il più accanito dei fan.

La struttura delle missioni tende a risultare presto ripetitiva.

A rendere un po’ meno tragica la situazione intervengono delle piacevoli gare disseminate sulla mappa di gioco, il cui accesso è ottenibile solo conquistando il relativo avamposto; oltre a costituire un divertente diversivo, planare in più cerchi possibili o distruggere un’elevata quantità di elementi dello scenario non rappresenta una sfida fine a sé stessa. Realizzando punteggi alti, infatti, si sbloccano determinati potenziamenti per l’equipaggiamento che torneranno utili nelle fasi avanzate del gioco. Infine, giocando connessi ai server, si accederà anche a delle simpatiche sfide istantanee totalmente fuori di testa, con tanto di classifica che compare a schermo e si aggiorna in tempo reale in base al risultato conseguito, invogliandovi a superare quel maledetto che è riuscito a volare più lontano di voi venendo sbalzato da un’esplosione…
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Per quanto riguarda il lato tecnico siamo leggermente sotto la media dell’attuale generazione: la versione da noi testata (PS4) non ha mai traballato come si era vociferato qualche tempo fa, il framerate è rimasto sempre piuttosto stabile nonostante la mole di esplosioni ed elementi a schermo mossi. Ovviamente il comparto grafico in sé è quel che è, trattandosi di un gioco immenso, il dettaglio grafico è su livelli mediocri, soprattutto per quanto riguarda le texture, pur dovendo fare un plauso ad Avalanche per la realizzazione artistica di Medici, davvero bella da ammirare nei suoi paesaggi di mare. Il doppiaggio italiano rovina in parte il buon lavoro svolto con la caratterizzazione dei personaggi: sentire Mario Frigo parlare nella versione originale con accento italiano è ben diverso rispetto al sentirlo direttamente doppiato.

L’estenuante lentezza dei caricamenti costituisce il difetto più fastidioso del gioco.

Quello che fa davvero innervosire di Just Cause 3, e che probabilmente da solo costituisce un elemento in grado di far abbassare di mezzo punto la valutazione finale, è l’esasperante lentezza dei caricamenti: d’accordo, stiamo parlando di un gioco free roaming sconfinato, ma non è ammissibile, nel 2015, dover aspettare quasi due minuti per il primo caricamento della mappa e poco più di 30 secondi dopo OGNI SINGOLA MORTE. In definitiva, Just Cause 3 è un titolo che riesce a divertire e a far trascorrere al giocatore diverse ore in spensieratezza, mantenendo basse le pretese: chi si aspetta un GTA rimarrà deluso, sia in termini di varietà che in quanto a qualità tecnica.

 

 

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