Il futuro nella sua forma più distopica è già qui: in un tribunale hanno usate una innovativa macchina della verità che legge la mente.
Nel cinema e nelle serie TV capita di vedere i personaggi alle prese con sistemi particolari se vogliono scoprire la verità.
Tra le più grandi fascinazioni in particolare del poliziesco e del crime, nonché di una parte della fantascienza, ci sono macchine e sieri in grado di scoprire le bugie o costringere gli esseri umani a dire necessariamente la verità. Niente di tutto ciò è però realmente utilizzabile all’interno dei tribunali del mondo.
Ma in un tribunale è stato utilizzato invece un sistema molto particolare: una sorta di macchina della verità che funziona guardando direttamente quello che succede dentro la mente di chi viene interrogato. Un sistema poco ortodosso che a noi fa venire in mente Minority Report.
La macchina della verità che ti legge nel pensiero in tribunale
Se avete mai visto una puntata di un poliziesco sapete che, a prescindere dal sistema giudiziario, da una parte c’è l’accusa che deve riuscire a provare che l’imputato ha commesso il reato di cui è accusato e dall’altra parte c’è la difesa che invece deve dimostrare o che l’imputato è totalmente estraneo a quello che gli viene contestato o che comunque ci sono delle attenuanti per ridurre l’eventuale pena da scontare. Come si arriva alla verità è complicato da spiegare.
Ma in India in una corte è stato effettivamente utilizzato un sistema chiamato BEOS, ovvero Brain Electrical Oscillation Signature Profiling. Un sistema che secondo gli esperti che l’hanno sviluppato all’inizio degli anni 2000 riesce a leggere nella mente creando una mappa in cui se si viene esposti a dettagli di un’esperienza che si è avuta il cervello risponde in un determinato modo.
Finora i risultati sono stati variabili ma in India sono sempre più utilizzati. E la cosa più interessante è che, nonostante manchino ancora test intensivi per scoprire se effettivamente si tratta di casualità o se c’è qualcosa di vero, questa tecnologia di lettura del pensiero per riuscire a scoprire i colpevoli sta attirando l’attenzione anche nel nostro Paese oltre che in Slovenia e nei Paesi Bassi.
Per non parlare del fatto che ci sono in tutto il mondo diverse agenzie che per la sicurezza stanno esplorando anche le neuroscienze. Intanto Netflix ci prova.
C’è però un problema legato all’eventuale utilizzo di questo genere di macchine che vanno a lavorare direttamente con le nostre onde cerebrali e quindi in un certo senso con quelli che alcuni esperti chiamano dati neurali.
Come i dati personali che conosciamo, prima o poi occorrerà che vengano protetti in qualche modo dall’utilizzo di tecnologie come il BEOS che potrebbero essere manipolate. Nel futuro troveremo i criminali semplicemente guardandogli dentro la testa?