No Video Game Day: in Hokkaido la giornata senza videogiochi per favorire lo studio

La prefettura dell’isola di Hokkaido ha pensato a un’iniziativa decisamente originale: il “No Video Game Day”, ovvero la giornata senza videogame, organizzata in modo da cadere due volte al mese.

L’iniziativa è locale, non è per ora prevista sul piano nazionale ed è basata principalmente su risultati dei test scolastici. Nell’ultimo periodo, nell’Hokkaido, i risultati degli esami sono peggiorati e la media dei punteggi diminuita rispetto al resto del Giappone. A quanto pare il Ministero dell’Istruzione pensa che la responsabilità sia dei videogiochi e così ha deciso di intervenire, istituendo queste giornate.

In realtà è facile notare come dare la responsabilità ai videogame sia un po’ azzardato, considerando che anche nel resto del Giappone (dove i risultati sono superiori) i ragazzi e i bambini utilizzano videogiochi a volontà.

In ogni caso la scelta è fatta, e l’iniziativa No Video Game Day inizierà a febbraio. Durante queste giornate i bambini e i giovanissimi sono incoraggiati a passare del tempo con la famiglia e gli amici e l’unico divieto è quello delle avventure virtuali/videoludiche che, durante la giornata in questione, non dovrebbero essere nemmeno considerate.

Non è assolutamente scontato che eliminando i videogiochi per due giorni al mese il rendimento scolastico dei bambini aumenti. Anzi, forse la conseguenza più probabile è che i risultati non cambino affatto; i bambini che amano studiare continueranno a studiare più degli altri, così come quelli con il rendimento peggiore continueranno probabilmente a ottenere scarsi risultati anche con il “No Videogame Day”.

Nonostante il passare troppo poco tempo all’aperto e il controllo in generale delle abitudini sane dei bambini sia un tema molto importante, bisogna ricordare che se un bambino studia o si impegna troppo poco a scuola le cause possono essere molteplici; il tempo passato davanti ai videogiochi spesso non è che una semplice conseguenza. Non è forse vero che, quando non si vuole fare una cosa, ogni pretesto è buono?

Fonte: kotaku

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