Come accaduto per Google Glass, non sono mancate applicazioni a sfondo pornografico per Oculus Rift (e no, non chiedeteci di linkarle, che se proprio volete siete bravi a trovarle da soli). E non temete: sebbene Oculus appartenga a Facebook, quella società che censura anche solo un accenno di capezzolo sul suo social network, a quanto pare non vuole opporsi alle applicazioni porno. Lo ha detto Palmer Luckey, fondatore, alla Silicon Valley Virtual Reality Conference: “Rift è una piattaforma aperta, non controlliamo quale software ci gira sopra“.
Fonte: Variety.com
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