Ori and the Blind Forest – la recensione

Il cappello introduttivo sembra l’inizio di un nuovo classico Disney o di un film d’animazione di HayaoMiyazaki, ma in realtà è l’incipit di “Ori and The BlindForest”, platform indipendente in stile “metroidvania” che, realizzato dal team Moon Studios, ha saputo colpire ed emozionare Microsoft al punto da volerlo inserire all’interno del catalogo digitale della sua Xbox One.
Senza entrare nei dettagli della storia, evitando così il rischio di anticiparvi l’inizio di una vicenda emozionante fin dai primissimi minuti, diciamo soltanto che il protagonista di Ori and The Blind Forest è Ori, un adorabile spirito guardiano che dovremo accompagnare nel suo viaggio per salvare l’amata foresta.
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Il suo fascino è stato capace di tenerci incollati allo schermo fino alla fine, dandoci la carica giusta per non mollare mai la partita.

Nonostante le sue apparenze amorevoli, Ori and The Blind Forest racchiude un’esperienza di gioco complessa: da una parte affascinante e rilassante dal punto di vista audiovisivo, ma dall’altra estremamente impegnativa.
In un mondo senza stacchi né caricamenti, nel quale viene offerta anche la possibilità di ritornare sui propri passi, vestirete i panni di Ori. La struttura di gioco consiste nel superare un elevatissimo numero di impegnative fasi platform, dove il level design è stato studiato alla perfezione per essere estremamente complesso ma allo stesso tempo appagante.
Infatti, se inizialmente vi verrà facile controllare Ori grazie a un sistema di comandi davvero semplice e immediato, altrettanto non possiamo affermare sul fronte del gameplay: fin da subito, ve lo diciamo, superare le fasi platform non sarà affatto semplice.

In Ori la gestione dei checkpoint è affidata al giocatore, il che, come se non bastasse, aumenta notevolmente il grado di sfida.

In confronto, affrontare i nemici sembrerà una passeggiata, grazie a un scontri action arricchiti da svariate abilità di attacco e difesa, accessibili anche tramite un albero delle skill.
Queste abilità, infatti, potranno essere sbloccate progressivamente durante alcune fasi del gioco, mentre altre in seguito all’accumulo di punti esperienza; in generale il grado di difficoltà è veramente alto e l’unica soluzione per proseguire nell’avventura è procedere per tentativi ed errori, senza dimenticare di salvare il gioco ogni qualvolta vi sarà possibile.
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Sì, perché in Ori la gestione dei checkpoint è affidata al giocatore, il che, come se non bastasse, aumenta notevolmente il grado di sfida.
Nei panni di Ori avrete due “contatori” da tenere d’occhio: la barra della vita e quella delle abilità, ma saranno proprio le risorse di quest’ultima che andranno impiegate anche per poter effettuare i salvataggi. Il risultato è quindi che, in alcuni casi, sarà necessario stringere i denti e sacrificare la possibilità di avere un checkpoint non strettamente necessario, in favore dell’avanzamento nell’avventura con la prospettiva di poter ottenere un nuovo checkpoint in seguito, magari in un punto più rischioso. Per giocare a Ori and The Blind Forest saranno quindi necessari buoni riflessi, nervi saldi e tantissima pazienza. Solo se sarete disposti a ripetere più volte una sessione di gioco facendo tesoro degli innumerevoli errori commessi Ori compenserà i vostri sforzi, regalandovi una storia coinvolgente.
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Per giocare a Ori and The Blind Forest saranno quindi necessari buoni riflessi, nervi saldi e tantissima pazienza.

L’elevata difficoltà del gioco può però essere una caratteristica sia positiva che negativa. Da una parte affrongtare il gioco con un basso livello di difficoltà ne farebbe perdere il suo tratto distintivo, dall’altra, il dover ripetere numerose volte la stessa sequenza e la bizzarra gestione dei checkpoint, può causare frustrazione nei meno esperti e impazienti.
Se però deciderete di imbarcarvi in quest’avventura, Ori and The Blind Forest saprà ricompensarvi anche dal punto di vista audiovisivo, grazie a una colonna sonora eccezionale e a un’atmosfera ben riuscita. Il viaggio di Ori proseguirà tra ambientazioni oniriche, ognuna diversa dall’altra e caratterizzata da tinte pastello che potrebbero essere prese singolarmente ed esposte in una mostra d’arte. Le musiche, inoltre, si adattano perfettamente alle vicende narrate e aumentano moltissimo il grado di coinvolgimento. A completare il quadro vi è una risoluzione a 1080p e un frame rate stabile a 60 FPS.
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In definitiva, possiamo dire che il lavoro del team di sviluppo è sicuramente eccezionale sotto diversi aspetti ma, d’altra parte, l’elevata difficoltà e il particolare sistema di checkpoint ci hanno messo davvero a dura prova. Nonostante questo, il suo fascino è stato capace di tenerci incollati allo schermo fino alla fine, dandoci la carica giusta per non mollare mai la partita. Ci sentiamo quindi di promuovere a pieni voti questo titolo indie con un voto decisamente positivo, a dimostrazione di cosa un piccolo Studio di sviluppatori possa essere in grado di creare.

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