Perché nessuno ci ha pensato prima? Ecco un aereo con airbag che potrebbe ridurre i feriti in caso di incidente.
Quando si parla di mezzi di trasporto, quello che viene comunemente ritenuto il più sicuro in assoluto è l’aereo. Dire che gli aerei sono più sicuri è ovviamente frutto di una serie di calcoli. L’aereo è più sicuro perché se ne schiantano molti meno di quante auto facciano incidenti e, dato il numero di persone che di solito sono a bordo, le vittime sono inferiori rispetto per esempio a quelle degli incidenti stradali.

Ma questo non significa che oggettivamente gli aerei siano indistruttibili e le macchine siano tutte da buttare. Anche gli aeroplani possono cadere vittima di incidenti, malfunzionamenti, problemi con elementi esterni.
La bravura del pilota è spesso l’unica cosa che permette di salvare delle vite. Ma che direste se anche l’aereo facesse la sua parte? Che pensereste se, esattamente come succede con un mezzo di trasporto su ruote, l’aereo aprisse il suo comodo airbag e atterrasse in modo più dolce e delicato? Ecco il progetto.
Se l’aereo si schianta, prima si aprono gli airbag
Gli aerei hanno purtroppo tutta una serie di potenziali malfunzionamenti. Alcuni sono portatori di danni piccoli, altri potrebbero portare alla morte di tutti quelli che sono a bordo. Tra le catastrofi più recenti ovviamente quello che è successo ai voli di Air India schiantatisi sulle case. Questa tragedia ha però dato a un gruppo di ingegneri un’idea: si chiama Project Rebirth e ha ricevuto il James Dyson Award.

Si tratta di un progetto per cui gli aeromobili sono dotati di sistemi di controllo di intelligenza artificiale. Nel momento in cui i sistemi di controllo verificano che c’è un’emergenza a bordo, per esempio perché i motori non funzionano più, vengono aperti degli airbag che lentamente avvolgono la fusoliera dell’aereo.
Così facendo l’aereo atterra con un ulteriore strato di protezione. Il sistema è in realtà composto non solo dagli airbag che si attivano ma anche da dei propulsori che in pratica innescano una sorta di retromarcia che rallenta il velivolo.
La terza parte del progetto prevede l’iniezione di fluidi non newtoniani all’interno delle pareti e all’interno dei sedili. La caratteristica di questi fluidi non newtoniani è che rimangono morbidi finché non vengono sollecitati bruscamente e si trasformano quindi a loro volta in altri airbag. Qui la Ia ha senso, altri usi della IA non ci piacciono.
La prospettiva di questo gruppo di ingegneri è quella di poter aggiungere i loro sistemi di sicurezza anche ad aeroplani già esistenti. Questo significa che, potenzialmente, non c’è bisogno di aspettare che vengano costruiti dei nuovi velivoli.
Ciò che resta da vedere ovviamente è quali compagnie aeree vorranno implementare il Project Rebirth sui loro velivoli. Rimane comunque una buona idea e forse uno dei pochi modi in cui l’intelligenza artificiale può avere un utilizzo nel migliorare la nostra vita.





