Quella che stai sentendo non è vera musica: tutti cadono un questa truffa

Hai presto un po’ di attenzione alla musica che ascolti ultimamente? Perché non è musica vera. È una truffa di proporzioni cosmiche.

Dove ascolti di solito la musica? Ti concentri su quella che ti piace di più e la mandi a ripetizione, oppure magari provi qualche nuovo artista e qualche nuovo gruppo che ti viene proposto dalle piattaforme di streaming?

donna che si toglie le cuffie
Quella che stai sentendo non è vera musica: tutti cadono un questa truffa – videogiochi.com

Attenzione a come rispondi a questa domanda perché molto probabilmente, soprattutto se ti piace scoprire qualcosa di nuovo ogni tanto, in realtà quella che ascolti non si può neanche più definire musica.

Ci sono i dati di un report che illustrano proprio questa situazione un po’ al limite della fantascienza. Una situazione che però non è probabilmente destinata a migliorare.

A meno che, chiaramente, non cominciamo come utenti a fare quello che sappiamo fare: votare con il portafoglio e penalizzare chi cerca di prenderci in giro. Altri dati, infatti, dimostrano che questa stupidaggine potrebbe finire rapidamente se ci mettessimo tutti d’accordo.

La musica è cambiata e non è più musica

È stato di recente commissionato un sondaggio da Ipsos e Deezer, una delle piattaforme di riferimento per quello che riguarda la scoperta di nuove canzoni e nuovi artisti musicali. All’interno di questo sondaggio sono stati coinvolti 9.000 ascoltatori sparsi in otto Paesi del mondo per rispondere a domande riguardo gli strumenti di Intelligenza Artificiale generativa all’interno delle piattaforme di musica.

donna che ascolta musica
La musica è cambiata e non è più musica – videogiochi.com

Quello che è emerso è che sette su dieci chiedono che venga indicato chiaramente se la traccia che si sta ascoltando è stata generata dall’Intelligenza Artificiale, mentre un 45% vorrebbe delle opzioni per filtrare questa musica e un altro 40% dichiara che, se venisse data la possibilità, non ascolterebbe nessuna canzone generata.

Quello che però sorprende di più, ed è in questo preoccupante, è il fatto che oltre il 70% ha dichiarato di non essere in grado di distinguere una traccia composta da un essere umano rispetto a una traccia composta mettendo insieme pezzi di altre canzoni attraverso un’Intelligenza Artificiale generativa.

Il che ovviamente ci dice soltanto che gli strumenti di Intelligenza Artificiale generativa vengono utilizzati in modo molto scaltro, non che chi fa musica utilizzando questi strumenti sia un genio. Volete le IA che fanno le mamme?

Il problema delle piattaforme, per esempio provate a guardare quello che è successo su Spotify con la band totalmente inventata dei Velvet Sundown, è che gli ascolti di qualunque genere vengono monetizzati e questo sembra essere tutto ciò che interessa.

Motivo per cui, come dicevamo all’inizio, fino a quando gli utenti non si metteranno di traverso tra i ladri della creatività umana e le piattaforme che consentono questo furto e i loro potenziali guadagni, non avremo un reale shock e non ci sarà un reale dibattito sul posto che le Intelligenze Artificiali generative nel mondo della creatività umana dovrebbero avere. Un posto che, se lo chiedete a noi, è vicino al secchio dell’indifferenziata.

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