Resident Evil: Revelations 2 – Ep. 1 – la recensione

Se vi state fiondando in fondo all’articolo per sapere il voto di Resident Evil Revelations 2, beh, sappiate che daremo un voto a ogni episodio e poi, alla fine della raccolta, uno globale valutando l’opera nella sua interezza, quindi tra circa un mese.
Fatta questa doverosa premessa, possiamo cominciare a parlare del primo episodio di Revelations 2, titolo atteso dai fan della serie sin dall’annuncio dell’anno scorso, memori dei più che buoni risultati raggiunti da Revelations, uno spin off che riportava in auge la compianta componente survival horror, da troppo tempo assente in Resident Evil. Andando a esaminare meglio il titolo in realtà ci si accorge che l’entusiasmo derivava più dall’orrore (e non nel senso di paura) scaturito da Resident Evil 5 e 6, più che da meriti propri, ma comunque a Capcom poco è importato, e infatti eccoci qui a recensirne il seguito!
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Il primo episodio evidenzia come l’impronta dell’opera sia più action che survival horror, quindi se avete appena finito Residen Evil HD Remaster e avete voglia di qualcosa di simile, cercate altrove.

Il primo episodio si apre con una sequenza in CG, una specie di campagna pubblicitaria per una certa associazione che combatte la minaccia Bioterroristica: poco dopo l’inquadratura si sposta su Claire Redfield, veterana della serie, e Moira Burton, figlia del nostro amico Barry, anch’esso vecchia conoscenza in Resident Evil; in ogni caso, a un certo punto vengono rapite da non si sa chi per non si sa quale motivo, ritrovandosi in una specie di centro detentivo con dei misteriosi braccialetti luminosi al polso.

Durante il nostro viaggio alla ricerca di una via d’uscita faremo conoscenza di Moira Burton, ragazzina che entrerà subito nei nostri cuori con il suo linguaggio “leggermente” colorito.

Finalmente entriamo nei panni di Claire, capendo che anche quel poco di survival horror che era tornato nel prequel ora è svanito del tutto: i movimenti dei protagonisti sono molto più dinamici rispetto al passato, le meccaniche di gioco sono molto più simili a Resident Evil 6 piuttosto che al primo Revelations, e già negli scontri con i primi mostri si nota come il sistema di combattimento stesso sia improntato su sparatorie, schivate e colpi corpo a corpo. Complici le tonnellate di proiettili che si recuperano facilmente in giro (anche grazie ai partner dei protagonisti), la sensazione di essere in pericolo non sovviene praticamente mai.
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Durante il nostro viaggio alla ricerca di una via d’uscita faremo conoscenza di Moira Burton, ragazzina che entrerà subito nei nostri cuori con il suo linguaggio “leggermente” colorito: abbiamo accennato ai partner poco fa, e Moira tornerà utile grazie al piede di porco che usa per aprire le porte bloccate, oltre alla sua incredibile “abilità” nello scovare munizioni, pietre preziose e quant’altro, feature che in realtà sembrano servire solo a giustificare la presenza del personaggio.

Alla fine dell’episodio si viene lasciati con un interessante colpo di scena, intelligentemente architettato per invogliare i giocatori ad acquistare i successivi.

Risulta un po’ più interessante invece la piccola Natalia, una bambina che conosceremo nella seconda parte di questo primo episodio, quando entreremo nei (larghi) panni di Barry Burton, accorso sul luogo per portare in salvo la sua amata figliola Moira. Come dicevamo, Barry è il secondo protagonista in Revelations 2, e Natalia è la sua partner, una misteriosa bambina che (non si ancora perché) riesce a percepire i nemici da lontano, permettendo al nerboruto agente di coglierli alle spalle e ucciderli senza farsi scoprire.
Natalia può inoltre passare nei cunicoli stretti per sbloccare eventuali porte chiuse dall’altro lato e colpire i nemici con un mattone, ma solo se se già atterrati, stiamo pur sempre parlando di una bambina di circa sei anni!
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Complici le tonnellate di proiettili che si recuperano facilmente in giro (anche grazie ai partner dei protagonisti), la sensazione di essere in pericolo non sovviene praticamente mai.

Nella versione da noi testata (Xbox One) è presente la modalità Co-Op, ma solamente in locale, niente online, e bisogna dire che il compagno nei panni della bambina non è che si diverta molto, mentre giocando da soli per passare da un personaggio all’altro basta la pressione di un tasto, una soluzione che tende a frammentare un po’ troppo il ritmo di gioco, ma dopo le disastrose esperienze coi partner mossi dalla CPU in Resident Evil 5 e 6 possiamo ben capire il cambio di tendenza.
Alla fine dell’episodio si viene lasciati con un interessante colpo di scena, intelligentemente architettato per invogliare i giocatori ad acquistare i successivi, curiosi di scoprire come prosegue la storia: per completare le due parti abbiamo impiegato un totale di quasi due ore, siamo quindi in media con la longevità degli altri Resident Evil.
Quello che aumenta sensibilmente la longevità di Revelations 2 è la modalità Raid, l’evoluzione della vecchia “Mercenari”, ovvero una serie di missioni dove l’obiettivo principale è quello di eliminare tutti i nemici in una determinata area. Nel primo episodio sono disponibili tre missioni, giocabili a diverse difficoltà, con l’intento di guadagnare quanti più distintivi e punti possibili, utili a sbloccare abilità, potenziamenti e quant’altro.
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Sotto il lato tecnico il titolo lascia abbastanza a desiderare, si nota chiaramente che è stato prodotto a cavallo tra due generazioni: su next gen abbiamo l’onore di poter vedere i tanto agognati 60fps, ma ciò è possibile perché la qualità generale è veramente bassa, con texture che sfigurerebbero anche su titoli di qualche anno fa e realizzazione poligonale dei personaggi sempre uguale ai vecchi capitoli della saga, che almeno avevano la “scusante” della scarsa potenza offerta dalle console.

Quello che aumenta sensibilmente la longevità di Revelations 2 è la modalità Raid, l’evoluzione della vecchia “Mercenari”.

Anche il sonoro è davvero povero, basti sentire il rumore delle varie armi quando esplodono un colpo, non noterete differenze se non nel fucile a canne mozze… e ci mancherebbe altro. Positivo invece il doppiaggio italiano, con una nota di merito, come già espresso prima, per Moira, con dialoghi decisamente sopra i canoni della serie.
Ricapitolando: il primo episodio evidenzia come l’impronta dell’opera sia più action che survival horror, quindi se avete appena finito Residen Evil HD Remaster e avete voglia di qualcosa di simile, cercate altrove. Se invece siete fan della saga e volete solo un nuovo Resident Evil, per 5.99 Euro secondo noi una possibilità la merita: forse l’uscita su episodi non ha solo lati negativi, in fin dei conti.

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