Resident Evil Zero HD Remaster – hands on

Il cinismo di un’operazione come il remaster di Resident Evil 0 potrebbe allontanare un po’ alcuni giocatori, ma tanto tutti sappiamo che Capcom riuscirà come al solito a piazzare milioni di copie, semplicemente riciclando uno dei suoi classici. Dalla nostra prova con mano al Tokyo Game Show, tuttavia, è emerso che Resident Evil Zero HD Remaster è comunque un’opera di archeologia videoludica piuttosto solida. Aiuta che il gioco in sé, nato su GameCube, era già caratterizzato di un livello qualitativo piuttosto alto. Si tratta di un prequel di tutta la serie, che ha per protagonisti la giovane recluta S.T.A.R.S. Rebecca Chambers e il detenuto Billy Cohen. Sicuramente, si tratta di un tassello fondamentale per i fan della serie, e che contiene al suo interno sequenze piuttosto iconiche, come la sezione all’interno del treno, nonché una serie di momenti che getteranno un po’ di luce sugli aspetti più bui del franchise. Zero offre infatti alcune rivelazioni davvero succose, soprattutto riguardo alle origini del T-Virus, per non parlare della partecipazione del nostro cattivone preferito, Albert Wesker.
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Dalla nostra prova con mano al Tokyo Game Show, tuttavia, è emerso che Resident Evil Zero HD Remaster è comunque un’opera di archeologia videoludica piuttosto solida.

A una prima occhiata il remaster si presenta piuttosto bene, adottando la stessa filosofia impiegata da Capcom per il primo Resident Evil. Più che una ricostruzione un lifting, dunque: texture in altissima risoluzione e tirate a lucido, modelli poligonali migliorati e sistema di illuminazione su steroidi. La matrice GameCube è ancora evidente, soprattutto di fronte agli osservatori più attenti, ma il risultato è comunque molto gradevole. Chi ha giocato la versione Wii troverà comunque molti punti in comune, come il supporto al widescreen. Purtroppo non è tutto rosa e fiori per quanto riguarda l’aspetto visivo: gli amanti della storia saranno delusi dall’apprendere che le cutscene non sono state aggiornate graficamente, e risultano gli elementi più deboli del pacchetto. Come se non bastasse, il lip sync va abbastanza per conto suo, senza contare che il doppiaggio in sé mostra sicuramente il peso degli anni; non lo citerei, comunque, necessariamente come un difetto: i fan più hardcore apprezzeranno sicuramente lo stile un po’ “cheesy” della recitazione e dei dialoghi. Del resto, anche questo è Resident Evil, no?
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I cambiamenti più graditi sono senz’altro sotto il punto di vista del gameplay: come nel caso del primo Resident Evil, il sistema di controllo tank è stato adattato a un setup diretto più intuitivo e decisamente molto più consono per i giorni nostri. Ciò assicura un’esperienza di gioco più fluida, soprattutto per i giocatori con meno anni sulle spalle, che probabilmente sarebbero stati allontanati dai controlli tank.

La matrice GameCube è ancora evidente, soprattutto di fronte agli osservatori più attenti, ma il risultato è comunque molto gradevole.

C’è da dire che lo stesso Zero è un gioco che è invecchiato meglio rispetto a Resident Evil: al posto degli enigmi da avventura grafica del primo episodio, infatti, il flusso del gameplay in Zero è molto più fluido e improntato sull’azione, e difficilmente vi bloccherete di fronte a dei fastidiosi non sequitur. In poche parole, Zero è un gioco più moderno rispetto a Resident Evil (è del resto uscito sei anni dopo), e la differenza si sente.
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Come nel caso del primo Resident Evil, il sistema di controllo tank è stato adattato a un setup diretto più intuitivo e decisamente molto più consono per i giorni nostri.

Questo non vuol dire che la componente sfida sia assente: nella mia sessione di gioco Rebecca si trovava appesa su di una voragine, e dovevo trovare un modo per salvarla. Be’, non l’ho trovata e la poveretta ha fatto una brutta fine. Il gioco sfrutta molto queste situazioni dove i personaggi si trovano separati e devono eliminare ostacoli e aiutarsi a vicenda per riunirsi.
Assieme al makeover grafico, sarà disponibile nel remaster una nuova modalità speciale, sbloccabile una volta finito il gioco. Si tratta della Wesker Mode, che rimpiazzerà il modello di Billy con Wesker, mentre anche Rebecca indosserà i panni della cattiva. Il gameplay e la storia non cambiano in questa modalità, ma c’è a chi queste bizzarrie piacciono, soprattutto tra i fan.
Difficile essere cinici nei confronti di un capitolo amato come Resident Evil Zero. La nostra prova, quindi, è stata superata con successo, e vi rimandiamo in sede di recensione per saperne di più sull’effettiva qualità di questo update.

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