Contro quelli che dicono che i videogiochi non servono c’è un nuovo studio ufficiale che invece dice che ci fanno bene alla salute.
Se si prova a fare una domanda ai giocatori e alle giocatrici chiedendo loro perché giocano ai videogiochi, una delle risposte che si ottengono sempre è che i videogiochi sono un modo per rilassarsi, per trovare un po’ di soddisfazione personale al di là dei rapporti interpersonali scalcinati che tutti dobbiamo gestire e anche che molto spesso i videogiochi aiutano poi ad affrontare meglio i problemi della vita reale.

Per tanti che sono fuori dal mondo dei videogiochi, si tratta invece di un passatempo che, se non è direttamente un pericolo per i più piccoli, è quantomeno una perdita di tempo.
E invece adesso c’è un nuovo studio che ci dice che i videogiochi, alcuni in particolare, fanno molto bene alla mente umana, anche a quella di quei giocatori più piccoli che tanti si affannano a cercare in tutti i modi di difendere.
Questi videogiochi sono una sana terapia
Con i videogiochi, molto spesso, mettiamo a frutto quelle che sono le nostre capacità mentali. Personalità diverse poi cercano titoli diversi per provare soddisfazione, per sentirsi parte di qualcosa e per dimostrare, in modo sotterraneo, di avere ragione.

Ma visti da fuori i videogiochi continuano a essere additati come inutili, motivo per cui fa piacere quando invece gli scienziati riescono a dimostrare con i fatti quello che noi continuiamo a ripetere da sempre: i videogiochi non sono un pericolo e anzi fanno bene alla salute.
Un nuovo studio condotto da un team di scienziati, per esempio, ha scoperto che i videogiochi e in particolare le opere a mondo aperto come The Legend of Zelda: Breath of the Wild unite a una generosa dose di film di Studio Ghibli hanno effetti molto positivi sulla psiche, anche su quella delle giovani generazioni. In particolare è emerso che aiutano nei momenti di ansia.
Quella sensazione che quindi provate anche voi nel momento in cui state giocando e lentamente vi rilassate non è un caso, ma un effetto positivo misurabile e che non solo voi sperimentate. Cominciate a cercare la vostra terapia sul Game Pass.
Nello studio è emerso come questo generale benessere arrivi dal modo in cui il gioco stimola l’esplorazione, le abilità e come venga dato a ciò che il giocatore fa uno scopo sia nell’immediato sia ovviamente nel portare a termine la grande avventura nel suo complesso.
I videogiochi a mondo aperto, quindi, per loro stessa natura sono in grado di ridare in un certo senso stabilità a chi si trova in un momento di stress perché pongono degli obiettivi che il giocatore stesso riesce poi a raggiungere e questo ovviamente ha effetti positivi sulla chimica del cervello.
Di certo non tutti i videogiochi hanno lo stesso effetto su tutti i giocatori e ci sono alcune tipologie di titoli che i giocatori più piccoli non dovrebbero affrontare, o quantomeno non da soli.
Ma sapere che cominciano effettivamente a emergere studi che riescono a sradicare tanti dei preconcetti che ancora i videogiochi si portano dietro è un’ottima notizia. La prossima volta che per combattere lo stress iniziate una nuova partita con Zelda, potrete sempre dire che state facendo una seduta per rilassarvi.





