Ci sono giochi che hanno una trama complessa e poi c’è Nier Automata: non temete se non avete capito tutto perché neanche il creatore lo ha fatto.
Una delle IP più potenti che ci sono e secondo noi anche in parte criminalmente sottovalutata. Certamente più di qualche volta si lascia andare un po’ troppo al fanservice e a qualche volo pindarico di troppo, ma comunque parliamo di un brand molto potente e che ha sempre qualcosa da dire e da raccontare a chi decide di viverlo.

Perché Nier è una serie di videogiochi veramente speciale e che rimane dentro a chi la gioca. Certamente gli anni sono passati e non è invecchiata proprio nel modo migliore dal punto di vista grafico, ma come soluzioni di gameplay, narrativa, personaggi e idee parliamo di una serie ancora piuttosto rivoluzionaria.
Non aiuta molto il fatto che non sia proprio facilissimo penetrare nella sua ricca lore e nella sua narrativa certe volte piuttosto convoluta e di difficile interpretazione. E non è una sensazione di frustrazione rara tra i videogiocatori che hanno giocato e finito tutti i giochi della saga, che con le remastered è diventata anche solo difficile da comprendere in senso cronologico. Ma non temete perché neanche chi l’ha creata ha tutto chiaro in mente.
Il creatore di Nier non lo ha capito del tutto
Come sappiamo dietro Nier c’è una personalità altrettanto folle e fuori dagli schemi, come inevitabilmente deve essere chi partorisce un’opera del genere, ricca di significati e significanti. Stiamo parlando ovviamente di Yoko Taro, il creatore di Drakengard e ovviamente dei due spin-off di cui stiamo parlando in questo momento, Nier e Nier: Automata, appunto.

Con una maschera che non si toglie mai quando parla in pubblico e delle idee parecchio strambe sulla vita e sul gaming, in un’intervista con Archipel, ha rivelato come l’obiettivo per il secondo titolo della saga, ovvero Automata, fosse creare qualcosa di ancora più confuso rispetto ai suoi lavori precedenti.
Il risultato è stato ampiamente raggiunto possiamo dire dato che il secondo capitolo vanta ben 26 finali e una narrazione piena di svolte emotive, filosofiche e narrative difficili da decifrare persino per lui stesso.
“Drakengard racconta una storia oscura e violenta, mentre Nier Replicant è stato costruito attorno al tema del dolore”, ha rivelato. Attenzione intanto al trucco per avere una GPU RTX 5080 a soli 18 euro.
“In Replicant, combatti comprendendo le ragioni del nemico. In Automata invece non puoi provare empatia. Ho inserito apposta situazioni incomprensibili, perché volevo scrivere una storia che nemmeno io riuscissi a comprendere appieno”, le parole di Taro.





