Stronghold Crusader II – la recensione

Grazie alla sua natura un po’ da Total War, un po’ da Sim City, all’epoca della sua uscita Stronghold Crusader riuscì a guadagnarsi una posizione rilevante all’interno della scena dei titoli strategici, grazie alla sapiente combinazione di meccaniche capaci di garantire al gioco una forte personalità e in grado di distinguerlo dalla massa. Il suo successore, Stronghold Crusader II, tenta di consolidare il successo riscosso dal prequel attraverso una serie di aggiunte finalizzate ad assicurare funzionalità più moderne e al passo con il resto delle produzioni concorrenti.
Stronghold Crusader II trasporta i giocatori direttamente nelle terre del Medio Oriente risalente al periodo della Seconda Crociata, con Riccardo Cuor di Leone impegnato a fronteggiare le truppe di Saladino. All’interno del gioco potremo impegnarci nello spalleggiare entrambi i leader, grazie alla presenza di una modalità campagna strutturata in tre differenti sezioni.
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Stronghold Crusader II trasporta i giocatori direttamente nelle terre del Medio Oriente risalente al periodo della Seconda Crociata.

Il compito di introdurre i neofiti alle meccaniche di gioco è affidato a un semplicissimo quanto efficace tutorial che illustra nel complesso i pilastri che compongono la struttura di gioco, ossia una corretta gestione dell’economia e degli abitanti della propria città oltre che, ovviamente, un valido esercizio delle proprie doti di stratega. Ciò si traduce in quel ritorno alle origini a lungo invocato dai fan, che riporta così la comodità della visuale isometrica all’interno del gioco e individua il proprio punto focale nella gestione delle risorse del castello.
Insomma, a una prima fugace occhiata sembra che dopo tutto questo tempo Stronghold sia riuscito a compiere un ritorno in grande stile, prestando ascolto alle richieste degli appassionati e riproponendo una struttura di gioco altamente fedele alle sue radici… forse anche un po’ troppo. Per ora, comunque, vediamo quali sono i lati positivi del titolo.
Il prendersi cura dei propri castelli rappresenta la parte più gratificante del gioco, a partire dalla fase di costruzione fino a quella più prettamente gestionale. Edificare elevati torrioni in grado di fornire agli arcieri una posizione di vantaggio, oltre che capaci di assicurare un elevato livello difensivo contro eventuali attacchi nemici, risulta davvero divertente, tanto quanto lo è l’assediare i castelli avversari fino a vederli ridotti in cumuli di macerie.
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Per i fan sembrerà strano a dirsi, ma il più grosso problema di Stronghold Crusader II è proprio quello di essere fin troppo simile all’episodio che l’ha preceduto.

Anche la gestione delle proprie risorse è particolarmente immediata e divertente da tenere sotto controllo, visto che si basa su una serie di connessioni di natura logica davvero semplici. Il perseguimento della vittoria sarà infatti determinato dal livello di felicità che saremo in grado di offrire ai nostri sudditi, che potremo ovviamente far innalzare ponendoli in condizioni di vita dignitosa, assicurando loro sufficienti quantità di cibo. Una volta raggiunto quest’obiettivo potremo permetterci di spingerci oltre, inviando gli abitanti del nostro castello a raccogliere ed elaborare risorse più preziose come metallo e pietra, che potranno essere utilizzate per edificare le strutture necessarie alla salvaguardia del nostro centro abitato.

Sul versante grafico il gioco appare abbastanza deludente, presentando una modellazione poligonale piuttosto arretrata e texture che lasciano alquanto a desiderare.

Delle meccaniche che avranno modo di mostrarsi in tutte le loro sfaccettature già all’interno della sola modalità campagna, la cui brevità, purtroppo, non le permette da sola di far raggiungere ai giocatori il massimo grado di soddisfazione. Una problematica che il team di sviluppo ha pensato di risolvere attraverso l’inserimento di altre due modalità di gioco per giocatore singolo, ossia Schermaglia, Sandbox e Schermaglia personalizzata. La prima di queste impegna il giocatore all’interno di 24 mappe in cui dover fronteggiare assedi di difficoltà sempre crescente non solo per la maggior tenacia degli avversari, ma anche a causa delle condizioni di svantaggio che affliggeranno l’utente sin dall’inizio. La modalità Sandbox permette invece di dedicarsi unicamente alla gestione della vita all’interno del castello, mentre Schermaglia personalizzata dà modo di regolare tutta una serie di impostazioni con cui dar vita alla partita ideale di ogni giocatore, soprattutto nel momento in cui si fa utilizzo anche del versatile editor di mappe per realizzare in tutta comodità i propri scenari di gioco.
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Edificare elevati torrioni in grado di fornire agli arcieri una posizione di vantaggio, oltre che capaci di assicurare un elevato livello difensivo contro eventuali attacchi nemici, risulta davvero divertente.

C’è da dire, insomma, che il titolo in sé non presenta difetti tali da rendere l’esperienza complessiva particolarmente sgradevole o addirittura ingiocabile. Questo, però, semplicemente perché gli sviluppatori si sono limitati a riproporre una formula di gioco praticamente inalterata rispetto a quella dell’episodio che uscì ben 12 anni fa. E, per quanto il gameplay possa apparire coinvolgente e funzionale, la mancanza di novità sostanziose fa sì che l’utente non percepisca realmente la sensazione di stare giocando a un prodotto completamente nuovo e che riesce a distaccarsi in modo marcato dal suo predecessore. Ecco, per i fan sembrerà strano a dirsi, ma il più grosso problema di Stronghold Crusader II è proprio quello di essere fin troppo simile all’episodio che l’ha preceduto.
Oltre a ciò, il gioco appare abbastanza deludente anche sul versante grafico, presentando una modellazione poligonale piuttosto arretrata e texture che lasciano alquanto a desiderare. Unico punto a favore della componente tecnica è rappresentata dalla bontà della fisica che riesce a donare al titolo un certo grado di realismo e che rappresenta uno delle poche vere innovazioni di questo sequel.
Tirando le somme, l’ultima creatura del team di Firefly Studios lascia un po’ con l’amaro in bocca, attuando sì un gradito ritorno alle origini, ma presentando una formula di gioco che al giorno d’oggi pare un po’ stantìa e priva di freschezza. Gli appassionati dei giochi tattici con meccaniche decisamente old-school gradiranno di certo Stronghold Crusader II, ma le persone che speravano in un coraggioso balzo verso il futuro degli RTS ne resteranno profondamente deluse. delusi.

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