Online sono tantissimi quelli che ora stanno cercando di capire cosa sia il nuovo Google Flow e cosa sia in grado di fare. Queste le risposte a tutte le tue domande.
Online non si fa altro che parlare di questo nuovo servizio che è stato presentato ufficialmente da Google. Si chiama Google Flow ed è decisamente una novità che ci aspettavamo di vedere prima o poi nella realtà.
Le potenzialità, almeno a giudicare da quello che c’è nella presentazione, sembrano davvero enormi. Ma, come sempre, tutto va preso con un po’ di cautela, perché siamo ancora in un ambito dove le regole faticano ad esserci e dove l’integrità va mantenuta con la stessa potenza con cui si scatenano gli attacchi ultimate dentro Marvel Rivals.
Che cos’è e cosa fa Google Flow?
Il panorama di ciò che c’è online si è negli ultimi mesi popolato di cose che dovrebbero assomigliare a una nuova ondata di opere d’arte. Si tratta di tutto quello che, persone con una spiccata vena creativa ma poca voglia di imparare a utilizzare gli strumenti a disposizione, stanno producendo con le intelligenze artificiali generative.

Alcuni servizi producono immagini statiche, altri servizi invece cercano di liberare il regista che è in ciascuno di noi. L’ultima di queste piattaforme è quella che è stata appena presentata da Google. Si chiama Flow e sfrutta la tecnologia Veo 3.
Nel post sul blog ufficiale di Google, il keyword è stato presentato mostrando quello che è in grado di fare, con in più una breve lista di filmmaker che hanno deciso di abbracciare la novità offerta da Google.
Una novità che mette effettivamente nelle condizioni di produrre video che dovrebbero essere più realistici e meno allucinati di quanto visto finora con tutti gli strumenti a disposizione.
Quello che è più interessante è che gli strumenti che si trovano all’interno di Google Flow (disponibile almeno per ora solo negli Stati Uniti e solo a quegli utenti che hanno attivato un abbonamento Pro o Ultra) sono strumenti che consentono, per esempio, il controllo delle inquadrature, la gestione di ciò che c’è in scena e la costruzione di passaggi da un’inquadratura all’altra in un modo che dovrebbe eliminare quelle storture orribili che si trovano anche in ciò che al momento è considerato il meglio che l’intelligenza artificiale generativa può produrre.
Dal punto di vista di Google, si tratta di un nuovo strumento da offrire ai cineasti e ai creativi. E probabilmente ci sarà una nuova ondata di questi creativi che troveranno negli strumenti offerti da Google qualcosa che fa per loro.
Non possiamo però esimerci dal sottolineare che da nessuna parte, neanche nel post ufficiale, è scritto su che cosa sia stata addestrata l’intelligenza artificiale generativa di Google Flow.
E, visto anche il sentimento che sta montando nei confronti di questo genere di prodotti, forse, più che imparare Google Flow, potrebbe essere interessante scoprire che con un po’ di pazienza anche dentro Unreal Engine è possibile ottenere cose straordinarie. Del resto questo trailer secondo voi è fatto con la IA?
C’è solo bisogno di fermarsi e di guardare qualche tutorial anziché battere sulla tastiera come le famose scimmiette che scrivono Shakespeare.