Un gioco assurdo in cui gli errori di battitura diventano letali. Un battle royale che forse è davvero un omaggio all’idea originale dietro questa espressione.
Fa sempre piacere riuscire a trovare tra i videogiochi in arrivo o appena usciti titoli che cercano in ogni modo di cambiare almeno qualcosa e di darci esperienze che possiamo raccontare con un brivido che viene principalmente dalla novità. Nel caso del gioco di cui parliamo oggi siamo di fronte a un titolo che possiamo definire Battle Royale ma nel quale non c’è modo di toccare nessuna arma.

Per riuscire a sopravvivere, invece, tutto quello che si può fare è cercare di scrivere il più velocemente possibile ma soprattutto scrivere senza commettere nessun errore di battitura.
Un titolo ambientato in un mondo distopico in cui davvero ne ferisce più la penna che la spada. Anche se in questo caso dovremmo dire più la macchina da scrivere che la spada. Una premessa affascinante e che non vediamo l’ora di poter giocare nella bolgia dei 100 scrittori contemporaneamente.
Un hangar e 100 macchine da scrivere, ne resterà uno solo
L’ambientazione di Final Sentence sembra un hangar da qualche parte durante la Seconda Guerra Mondiale o nell’immediato dopoguerra. Persone, evidentemente appartenenti a qualche forza armata ma vestite con impermeabile e cappello neri, sono in piedi accanto a 100 tavoli con altrettante scrivanie e seduti davanti a quelle che sono vecchie macchine da scrivere ci sono altrettante persone. L’unico modo per riuscire a sopravvivere è quello di tentare di scrivere senza commettere nessun errore.

Ogni tre errori di battitura che si commettono la guardia si avvicina e fa fare al tamburo della rivoltella che porta un giro: se si allinea un proiettile è finita. Il gioco, sviluppato da Button Mash, è in arrivo da qualche parte nel Q4 2025 ma per ora c’è una demo. Una demo che dovete assolutamente provare.
Nella spiegazione ufficiale sulla pagina Steam non viene dato nessun retroscena a quello che sta accadendo. C’è solo la promessa di potersi trovare o in stanze gigantesche in cui sono presenti fino a 100 giocatori oppure creare una propria stanza per sfide private con fino a un massimo di 8 giocatori.
In un settore in cui di solito tutto quello che succede nei Battle Royale si gestisce a colpi di armi le più strane possibili, Final Sentence crea invece qualcosa di assolutamente innovativo. A proposito di Battle Royale, LUI è tornato!
Qualcosa di innovativo che, tra l’altro, non ha proprio bisogno di armi fuori dal comune né tantomeno di skin improbabili per farsi conoscere. Al contrario, questo gioco ci intriga proprio per il fatto che non cerca in alcun modo di diventare un competitor di altri Battle Royale.
La dimostrazione che ancora una volta nel settore dei titoli indipendenti possiamo sentire quella creatività un po’ spregiudicata che ha contraddistinto l’inizio dell’industria dei videogiochi prima che tutto diventasse un investimento e un pacchetto azionario.





